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SVIZZERAQuelle stime “al rialzo” dell'AI che condannano a una vita in assistenza

08.02.21 - 21:17
Percentuali inverosimili, salari troppo elevati. Un'inchiesta svela un circolo vizioso difficile da spezzare
Keystone
Un operaio disabile impiegato in una fabbrica della Victorinox (foto d'archivio).
Un operaio disabile impiegato in una fabbrica della Victorinox (foto d'archivio).
Quelle stime “al rialzo” dell'AI che condannano a una vita in assistenza
Percentuali inverosimili, salari troppo elevati. Un'inchiesta svela un circolo vizioso difficile da spezzare

ZURIGO - Un infortunio sul lavoro e la tua vita cambia per sempre. Può capitare purtroppo, così come può succedere che le istituzioni pensate e progettate per aiutare chi si trovi in difficoltà possano finire per fare esattamente il contrario.

È il caso della AI che - come riporta un'inchiesta pubblicata dal TagesAnzeiger e altri quotidiani d'Oltralpe - capita che calcoli in maniera irrealistica i salari al netto dell'infortunio, così come le possibili capacità d'impiego condannando - di fatto - tantissime persone, malate o infortunate, a una vita in assistenza.

I casi citati dall'articolo sono diversi, dal manovale con la schiena rotta che dopo 18 mesi potrebbe già tornare a lavorare all'83% (ma non in cantiere) e guadagnare ancora circa 50mila franchi, alla ragazza con l'Asperger formatasi come contabile che - secondo le stime - potrebbe lavorare all'85% e guadagnare pure lei circa la stessa cifra. 

Calcoli, questi, non solo estremamente ottimistici - per le reali possibilità d'impiego e per gli stipendi, effettivamente fuori mercato - ma che tagliano fuori da possibilità di ottenere una reddita sostanziale (dal 40% in su) o anche una riqualifica professionale (dal 20%).

Per queste persone, che sono solo un campione di una gran quantità di casi analoghi, «la ricerca di un lavoro è semplicemente inutile», taglia corto in maniera categorica Guido Buerle dell'assicurazione Coop intervistato dal quotidiano, «molte di queste stime sono semplicemente irrealistiche, nessuno assumerebbe a quelle condizioni, anche e soprattutto tenendo conto della loro situazione clinica».

Dalla sopravvalutazione alle maglie dell'Assistenza è un circolo vizioso, quasi inevitabile. Il motivo? Secondo l'articolo del "Tagi" sarebbe tutto da ricercare nel fatto che vengano utilizzati dei valori di stipendio medio e delle strutture salariali fornite dall'Ufficio federale di statistica ma che non sarebbero più attuali.

A confermarlo uno studio recente della società di ricerca Bass AG, che svela diverse criticità: come l'impossibilità effettiva di svolgere alcune mansioni poco qualificate ma ben retribuite (come l'operaio edile) così come una non trascurabile sopravvalutazione dei redditi del personale infortunato impiegato attorno al 17%.

Insomma, il mercato di lavoro attuale è ben diverso da quello - equilibrato e generoso - su cui si basano le stime. Ne è convinto anche il professore di diritto del lavoro dell'Uni di Zurigo Thomas Gächter, autore di uno studio recentissimo sull'argomento, che parla - senza troppe remore - di «livelli salariali quasi fittizi».

Il suggerimento è quindi quello di tornare sul campo, rivalutare i modelli e - soprattutto - tenere conto delle particolarità dei singoli casi.

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