Ieri il Consiglio federale ha deciso di effettuare alcuni allentamenti alle misure per contenere la pandemia.
La reazione dei maggiori giornali elvetici, tra speranza, appelli alla prudenza e alla responsabilità individuale. Il Blick: «Scelta coraggiosa». La Liberté: «In linea con l'ordine svizzero delle cose».
BERNA - Il governo ha preso un rischio, ma si tratta di un rischio diventato indispensabile. Così la stampa ha commentato la decisione di ieri del Consiglio federale di procedere ad allentamenti delle misure di protezione contro il Covid. Ora è responsabilità di tutti preservare questa libertà ritrovata, aggiungono i commentatori.
«Finalmente un po' di libertà, avrà pensato la maggior parte della gente», si legge sull'edizione online del Tages-Anzeiger. Questo non significa però che le cose stiano migliorando: «Le aperture giungono nel bel mezzo di una fase di aumento del numero di casi e ci si chiede se davvero sia saggio salire su una bicicletta in un centro fitness senza mascherina». Inoltre, visti i severi concetti di protezione, «gli allentamenti non comportano affatto la normalità per le attività interessate. Al contrario, alcuni si chiederanno se vale la pena di riaprire».
Stando alla NZZ «manca una cosa cruciale: la prospettiva per i prossimi mesi che metta al centro i progressi nella vaccinazione». I passi intrapresi comunque «sono un segnale per i cittadini che la Svizzera prosegue sulla via del ritorno alla normalità» e che le libertà «saranno nuovamente limitate solo in caso di emergenza», sostiene il quotidiano.
La decisione d'ieri «corrisponde in gran parte alle richieste di molti dei cantoni e delle associazioni economiche. Negli ultimi giorni, anche il Parlamento ha ripetutamente fatto pressione sul Consiglio federale per offrire più prospettive alle imprese e alle persone colpite. A differenza di un mese fa, il governo stavolta ha ascoltato l'appello», commenta la Südostschweiz.
Per il Blick il Consiglio federale ha preso una decisione «coraggiosa» allentando le misure «anche se quattro dei cinque parametri di riferimento, dai quali aveva fatto dipendere le aperture, non sono soddisfatti». Lo ha potuto fare perché la campagna di vaccinazione sta lentamente guadagnando slancio, perché l'estate è alle porte e l'aumento delle temperature sarà di aiuto e perché ha dovuto reagire agli umori del paese.
«Aprendo la porta a una folata di aria fresca, il Consiglio federale non ci accorda la sua fiducia, ma riconosce che non poteva più mantenere la nostra privandoci della vita sociale», sostiene Le Nouvelliste. La decisione di ieri è «soprattutto politica» perché «un gesto sembrava quasi indispensabile», aggiungono La Tribune de Genève e 24 Heures.
Un'opinione condivisa da Le Courrier, che sottolinea come, per superare la pandemia, «la Svizzera deve essere in grado di vedere la fine del tunnel». Il Consiglio federale aveva «poca scelta se non quella di allentare la presa», concorda il Journal du Jura.
Per La Liberté, gli annunci del Consiglio federale sono in linea con «l'ordine svizzero delle cose» e il lento cammino verso una via mediana del Paese. «Con le sue sfumature e i piccoli passi, la via svizzera avrà almeno evitato troppe alternanze tra le gioie delle aperture e la tristezza delle chiusure», aggiunge.
Non è però il momento di allentare gli sforzi, avverte la maggior parte dei giornali. «Rimanere pazienti e vigili non è divertente. Ma perdere l'opportunità che sembra aprirsi a noi dopo tutti i sacrifici che abbiamo fatto sarebbe ancora meno divertente», insistono La Tribune de Genève e 24 Heures.