Il sindacato svizzero dei mass-media punta il dito contro la SSR: «Misure largamente insufficienti e inadeguate».
BERNA - Il 30 giugno il Direttore Generale di SSR Gilles Marchand aveva promesso «tolleranza zero» dopo le accuse di molestie. Nello stesso tempo i vertici dell'azienda hanno adottato un decalogo composto da 25 misure «concrete» per migliorare la protezione dell'integrità personale di collaboratrici e collaboratori.
«Misure largamente insufficienti» - Misure che però non sono ritenute sufficienti dal sindacato svizzero dei mass-media (SSM) che le giudica «ampiamente inadeguate. Questa è un'ennesima occasione persa dal consiglio di amministrazione della SSR per attuare i cambiamenti necessari», deplora il sindacato ricordando che il rischio è quello di «favorire ulteriori crisi se non si cambiano le strutture dell'azienda».
«Rapporto sconvolgente» - Il rapporto del Collettivo di difesa - presentato oggi al personale RTS - è ritenuto «sconvolgente» e conferma quello che «l'SSM ha denunciato per anni senza venir ascoltata». « Non è solo una questione di molestie o di mobbing, ma del modo in cui l'azienda è gestita», precisa il sindacato. «Il rapporto sottolinea a lungo le conseguenze nefaste di una forma di ristrutturazione permanente che avviene senza coinvolgere il personale e di una sempre maggiore verticalizzazione del management. La SSR deve quindi affrontare un cambiamento profondo».