Non esistono prove scientifiche di una correlazione, afferma Swissmedic
BERNA - L'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic ha studiato una possibile correlazione tra fertilità e vaccini anti-COVID-19 ed è giunto alla conclusione che non esistono prove scientifiche che i vaccini mRNA possano compromettere la fertilità umana.
Swissmedic ha condotto l'indagine in collaborazione con dieci autorità partner di paesi anche con un tasso di copertura vaccinale nettamente più elevato rispetto alla Svizzera. Queste autorità di controllo dei medicamenti rappresentano insieme una popolazione pari di circa 800 milioni di persone. In nessuno dei Paesi in questione si rilevano al momento segnali di una correlazione.
Swissmedic ha ricevuto domande da parte di cittadini e da chi opera nei media, in merito a una possibile correlazione tra i vaccini anti-COVID-19 e la fertilità. «Da un punto di vista scientifico, né la letteratura di settore pubblicata, né la sorveglianza del mercato mondiale indicano che i vaccini basati sulla tecnologia a mRNA possano compromettere la fertilità umana. Nemmeno in Svizzera Swissmedic ha ricevuto segnalazioni di circostanza preoccupante a tal proposito», precisa un comunicato.
Calo delle nascite dovuto ad altri fattori - In alcuni paesi sono state riscontrate variazioni dei tassi di natalità sia nel periodo della pandemia che in corrispondenza dell'inizio della campagna vaccinale. In Svezia e nei paesi germanofoni si è registrato dapprima un aumento del tasso di fertilità, nel corso del 2021, cui è seguita una forte diminuzione all'inizio del 2022. Tra le cause del calo si ipotizza che le persone possano aver posticipato il desiderio di avere un figlio per timore che la vaccinazione esercitasse effetti negativi sulla fertilità. A ciò potrebbero aver contribuito anche le raccomandazioni ufficiali, inizialmente esitanti rispetto alla vaccinazione delle donne in gravidanza.
In alcuni Paesi (Spagna, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti) invece si è osservato un calo significativo della fertilità già nove mesi dopo che iniziasse la pandemia e prima dell'avvio della campagna vaccinale. L'Istituto federale tedesco per la ricerca sulla popolazione elenca tra le cause del calo delle nascite sia la crisi sanitaria che le conseguenti incertezze economiche. Visto le differenze «appare pertanto piuttosto difficile dimostrare un nesso causale tra vaccinazione e fertilità».
Riduzione della fertilità dovuta al Covid-19 - Alcuni studi hanno invece concluso che un'infezione da COVID-19 può ridurre temporaneamente la fertilità negli uomini. Sono infatti state riscontrate una diminuzione della produzione di sperma, disfunzione erettile o carenza di testosterone negli uomini che hanno contratto il coronavirus. In seguito al contagio, la probabilità di una gravidanza diminuiva rapidamente e sono stati necessari almeno 60 giorni prima che gli uomini interessati tornassero a essere fertili quanto quelli non infettati.