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SVIZZERA«Ero una stagista ventenne e lui ha provato a baciarmi»

10.02.23 - 21:00
La denuncia della giornalista SRF Patrizia Laeri riapre il dibattito sugli abusi nella radiotelevisione, e non sarebbe l'unica vittima
Urs Jaudas/ Tamedia AG
«Ero una stagista ventenne e lui ha provato a baciarmi»
La denuncia della giornalista SRF Patrizia Laeri riapre il dibattito sugli abusi nella radiotelevisione, e non sarebbe l'unica vittima

ZURIGO - Adocchiata da stagista da un collega che l'ha riempita di avances inappropriate fino a spingersi a provare a baciarla, in un momento in cui erano soli.

La sua reazione brusca e un “no” fermo e la cosa si inabissa, per tornare alla luce 20 anni dopo con una denuncia che ha questa settimana ha conquistato le prime pagine dei giornali d'Oltralpe.

La storia della nota (almeno in Svizzera interna) giornalista ed ex-presentatrice della SRF Patrizia Laeri ha aperto un vaso di Pandora nella SRG/SSR e riacceso un dibattito - mai davvero sopito - sugli abusi psicologici e sessuali nel mondo dei media e del servizio pubblico

Laeri, sentita inizialmente dal portale Watson.ch, ha raccontato che l'approccio era avvenuto «poche settimane dopo che avevo iniziato lo stage, il collega si era offerto di aiutarmi in una mansione... Inutile dire che la cosa mi ha davvero scioccata, per quel motivo ho deciso di non denunciarlo».

Il suo molestatore, di cui il nome non viene mai fatto, sarebbe ancora dipendente della SRF e occuperebbe oggi un ruolo dirigenziale. Laeri, dal canto suo, ha lasciato la radiotelevisione nel 2020.

Stando alla donna, le voci su di lui erano diverse, e almeno un'altra ragazza le aveva confidato di aver ricevuto le sue attenzioni. Dopo le dichiarazioni della donna ai media, l'azienda ha attivato un'indagine interna che si spera possa fare chiarezza.

Sempre stando a Watson, negli ultimi giorni diversi dipendenti SRF (non solo donne) si sarebbero fatte avanti presso il Sindacato Svizzero dei Mass media (SSM). Queste riferiscono genericamente di una lunga serie «di comportamenti inaccettabili nell'ambito professionale». Non è chiaro se questo significhi che ci sono altre vittime oltre a quelle già note, oppure no.

A fronte di questi il Sindacato si aspetta «una risposta appropriata una volta che l'indagine avrà stabilito le responsabilità». In generale si auspica «un cambiamento di cultura aziendale, affinché queste cose non si ripetano».

Già nel 2020 Le Temps aveva riferito che presso la RTS da anni si verificavano casi di bossing e molestie sessuali. Anche la RSI aveva fatto discutere in questo senso nel 2021, con una serie di segnalazioni - tradottesi poi in un'indagine - che non aveva però rivelato alcun dolo.

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