Stando a un'analisi dell'Organised Crime and Corruption Reporting Project la stampa svizzera è stata usata come veicolo di propaganda
BERNA - Riceveva articoli dal Cremlino, li traduceva e li pubblicava su un giornale svizzero a tiratura limitata. Tra il 2007 e il 2017 l'attivista austriaco Robert Stelzl avrebbe ricevuto in cambio della messa in circolazione di messaggi a fini propagandistici del denaro proveniente dalla Russia.
A denunciarlo è l'Organised Crime and Corruption Reporting Project che ha analizzato migliaia di mail risalenti a quel periodo. L'organizzazione, attiva in tutto il mondo e che coinvolge decine di giornalisti investigativi, sostiene che svariati attori politici e attivisti in Germania, Austria, Repubblica Ceca e Polonia siano stati pagati per parlare favorevolmente dell'annessione della Crimea alla Russia.
Tra questi rientra appunto Stelzl, che lavora come analista della politica russa e che ha forti legami con il Partito della Libertà Austriaco. In seguito alle presidenziali del 2016 in Russia scriveva su Zeit-Fragen: «Ciò che è stato onorato ed eletto è stato il patriottismo di Putin, non il "wishful thinking" dei think tank occidentali». Il problema è che il testo non sarebbe stato scritto da lui. Stelzl sarebbe infatti solo autore della traduzione. E, stando alle email trapelate, l'articolo in questione sarebbe stato scritto in Russia. Il mittente è infatti una persona molto vicina al Cremlino.
Tuttavia Stelzl non avrebbe ricevuto alcun pagamento - o perlomeno non ne è stata trovata alcuna prova -, in quanto avrebbe adattato il testo alla stampa svizzera, perché altrimenti non sarebbe stato pubblicabile.
Interpellato dal Tages Anzeiger, l'esperto in disinformazione Christopher Nehring spiega che tali articoli sono caratteristici della guerra fredda. E poco importa se Zeit-Fragen sia un giornale a tiratura limitata. «La portata del primo mezzo di comunicazione non ha molta importanza». E aggiunge: «Se l'articolo venisse per esempio condiviso su delle chat giapponesi, nessuno sarebbe in grado di dire quanto sia attendibile la fonte».