Lo rivela uno studio dell'Università di Berna che ha analizzato i decessi causati dal caldo dell'estate 2022.
BERNA - Nell'estate scorsa in Svizzera si sono registrati più di 600 decessi causati dalla calura. Uno studio dell'Università di Berna (Unibe) ha dimostrato che il 60% di questi è imputabile al cambiamento climatico, come si legge in un comunicato odierno dell'ateneo.
Sono dati che colpiscono quelli raccolti in merito alle temperature nell'estate svizzera del 2022. I giorni in cui la colonnina di mercurio è salita sopra i 30 gradi Celsius sono stati 49 a Ginevra, 41 a Sion e 38 a Lugano. L'estate di 20 anni fa è l'unica, ad ora, in grado di spodestare quella dell'anno scorso dal primo posto nella classifica dei periodi estivi più caldi.
Lo studio supervisionato dall'Unibe, che è apparso anche sulla rivista "Environmental Research Letters", si è occupato di considerare il ruolo del cambiamento climatico nel contesto dell'elevata mortalità dovuta al caldo nell'estate 2022: al surriscaldamento globale si può imputare la colpa di poco meno di un terzo dei decessi.
«Senza il cambiamento climatico dovuto all'uomo, più di 370 persone non sarebbero morte», ha affermato la dottoressa Ana Vicedo-Cabrera, autrice principale dello studio. Questa conclusione è frutto di studi di attribuzione, che confrontano la probabilità che un determinato evento si verifichi con le attuali condizioni climatiche rispetto a quella con cui si verificherebbe in un contesto esente da emissioni di gas serra causate dalle attività umane.
Il team sotto la conduzione di Vicedo-Cabrera si è avvalso di metodi statistici consolidati e simulazioni climatiche per stimare l'incidenza del surriscaldamento globale sul sistema sanitario.