Secondo il New York Times, la Confederazione sarebbe precorritrice di una tendenza immobiliare mondiale.
BERNA - Perché in uno dei paesi più ricchi del mondo poche persone, appena il 36%, ha una casa di proprietà?
La domanda riguarda la Svizzera, ma la risposta potrebbe interessare, in prospettiva, gli Stati Uniti e le nazioni europee. Per questo il New York Times, attraverso un’inchiesta, ha scandagliato il mercato immobiliare elvetico alla ricerca di una risposta.
La percentuale di persone proprietarie di una casa è il più basso del mondo occidentale. Per avere un’idea, nell’UE si attesta al 70%, mentre negli Stati Uniti è al 67%. Però, in diverse zone residenziali, per esempio in California, a New York e a Londra, i giovani hanno sempre più difficoltà a permettersi un’abitazione di proprietà.
L’analista finanziario Philip Skiba ha portato un esempio: nella sua azienda, i 30 dipendenti guadagnano più di 100’000 franchi l’anno. Però, solo due di loro posseggono un appartamento. Lui stesso ha optato per un’abitazione da 6’000 franchi al mese in periferia a Zurigo, non lontano dalla casa di Tina Turner: «È l’unica opzione - ha spiegato Skiba - se si vuole vivere in città».
La Svizzera, quindi, è una nazione di inquilini? Beh, non esattamente. Secondo il New York Times, il Paese è precursore di una tendenza definita dal giornale americano "post-proprietaria", sempre più diffusa in tutto il mondo. Lo spazio limitato e la costante crescita demografica non sono un problema esclusivo della Svizzera. Inoltre, anche in molti altri Stati la classe media difficilmente può permettersi d’acquistare una casa o un appartamento.
Lo pensa anche il musicista thailandese Shiwat Chuencharoen, arrivato in Svizzera nel 2010: «Non tutti hanno la possibilità di comprare una casa qui. Anche se si guadagna bene, tutto è costoso. E una volta pagate tutte le bollette, non rimane abbastanza denaro».