La pandemia è finita, ma il coronavirus è ancora qui. Ecco tutto quello che c'è da sapere.
Il Covid-19 ha rialzato la testa in molte nazioni del Vecchio Continente. E il nostro Paese non fa eccezione. «In Svizzera si registra un aumento costante dell'incidenza delle infezioni da Sars-CoV-2», ha precisato il portavoce dell'Ufsp Simon Ming a 20 Minuten.
Attualmente le varianti più diffuse sono la KP.2 e la KP.3, entrambi appartenenti alle cosiddette varianti FLiRT, un acronimo che indica la posizione delle mutazioni che condividono sulla proteina spike. Esse sono attualmente responsabili del 60-70% delle infezioni, mentre le restanti sono attribuibili ancora alla precedente variante, ovvero la JN1.
«Il Sars-CoV-2 è particolarmente bravo a ingannare il nostro sistema immunitario»
L'Euro come detonatore - L'aumento dei casi ha secondo Ming due fattori: il primo è che l'immunità acquisita con le precedenti infezioni diminuisce con il tempo, il secondo è che le nuove varianti sono sempre più "brave" a ingannare il nostro sistema immunitario, come precisato anche dal biologo molecolare tedesco Max Delbrück. Un altro fattore chiave per la diffusione del virus in tutto il Vecchio Continente è ovviamente l'Europeo di calcio che si sta svolgendo in Germania e che ha riunito milioni di tifosi.
Sintomi lievi - Fortunatamente però la malattia non da sintomi troppo gravi. E questa è un'ottima notizia. «Il numero di ricoveri rimane molto basso, visto che le varianti attuali non sembrano causare un decorso più grave della malattia rispetto alle precedenti varianti di Omicron», conferma Ming. Non sono quindi previste nuove misure per contenere la diffusione del virus, anche se restano sempre valide le contromisure che abbiamo imparato ad attuare durante la pandemia. Con un occhio di riguardo per le persone più vulnerabili.
I sintomi - KP.2 e KP.3 presentano sintomi simili a quelli delle precedenti varianti. Ovvero febbre, sensazione di malessere, stanchezza, mal di testa, tosse, dolore alla gola, dolori muscolari e articolari.