La missionaria è assai nota in città per la sua attività di diffusione del cristianesimo, ma anche per il suo impegno sociale
TIMBUCTÙ - Una missionaria svizzera è stata rapita la notte scorsa a Timbuctù, nel Mali, da uomini armati. La basilese viveva nel Paese africano da diversi anni e vi era già stata sequestrata nel 2012 da elementi islamisti, per poi essere liberata nove giorni dopo.
"Siamo a conoscenza del presunto sequestro di una cittadina svizzera in Mali", ha indicato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) all'ats, limitandosi ad aggiungere che la rappresentanza elvetica sul posto è in contatto con i servizi pubblici locali.
Il DFAE ha istituito una task force che lavora su questo dossier insieme all'Ufficio federale di polizia (fedpol).
La cittadina svizzera, Beatrice S., è stata sequestrata al suo domicilio a Timbuctù da uomini armati, ha indicato oggi a più agenzie stampa il portavoce dell'esercito maliano Souleymane Maiga: "Hanno bussato vigorosamente alla porta, lei ha aperto. E sono partiti con lei", ha detto all'Afp.
La donna era già stata prelevata dalla sua abitazione a Timbuctù il 15 aprile 2012 da elementi del gruppo islamista Ansar Dine e liberata il 24 aprile successivo grazie in particolare a una mediazione del Burkina Faso.
Secondo quanto riferito allora in notizie di stampa, la cittadina elvetica è assai nota in città per la sua attività di diffusione del cristianesimo, ma anche per il suo impegno sociale. Il pastore Nock Ag Infa Yattara, rappresentante della Chiesa battista a Timbuctù, aveva indicato il 16 aprile 2012 alla RSI che non si trattava di "una religiosa della Chiesa protestante" e che Beatrice S. "svolgeva attività missionaria in modo autonomo, anche attraverso l'assistenza ai bambini in un quartiere periferico".
Due ostaggi a loro volta rapiti a Timbuctù nel 2011 dal gruppo Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi), un sudafricano e uno svedese, sono tuttora tenuti prigionieri, aggiunge l'Afp.
In Mali, ex colonia francese, è in corso una guerra civile iniziata a marzo del 2012 con il nord controllato dal Movimento Nazionale di Liberazione dell'Awazad (i tuareg), poi sopraffatto da forze islamiste come Ansar Dine, Aqmi e il Mujao (Movimento per l'Unicità e il Jihad nell'Africa).
A gennaio 2013, su iniziativa della Francia, venne lanciata l'operazione Serval per conquistare il controllo del nord del Paese dove però restano ancora attive sacche di resistenza.