A puntare il dito contro l'islamista svizzero un’attivista femminista laica francese
PARIGI - L'islamista svizzero Tariq Ramadan, accusato di stupro e aggressione sessuale dalla scrittrice francotunisina Henda Ayari, «nega e si oppone formalmente a queste accuse». Il suo avvocato ha comunicato che assistito presenterà una contro denuncia. «Una denuncia per accusa calunniosa sarà trasmessa al procuratore della Repubblica di Rouen (nord-ovest della Francia) lunedì», ha dichiarato Yassine Bouzrou.
Henda Ayari, ex salafita diventata attivista femminista e laica, ha presentato una denuncia contro l'islamista presso l'ufficio del pubblico ministero di Rouen. L’accusa riguarda «fatti criminali di stupro, aggressione sessuale, violenza volontaria, molestie, intimidazioni».
Sul suo profilo Facebook la donna ha scritto nella giornata di venerdì che si tratta di una «decisione molto difficile, ma anch'io ho deciso che sia arrivato il momento di denunciare il mio aggressore, è Tariq Ramadan».
Su Facebook, la donna accusa lo studioso di averla stuprata e minacciata. «Ho deciso di denunciare Tariq Ramadan per ciò che mi ha fatto subire. Questa denuncia verrà depositata da oggi. Forse non ho i suoi stessi mezzi finanziari per pagare avvocati e esperti che mi difendano ma andrò fino in fondo alla mia lotta ad ogni costo».
Ayari si dice quindi «consapevole dei rischi» che corre denunciando Ramadan. Se per «molti anni» è rimasta in silenzio - tiene a precisare - è stato «per paura delle rappresaglie, perché minacciando di denunciarlo per lo stupro di cui sono vittima, non ha esitato a minacciarmi e a dirmi inoltre che se la sarebbero potuta prendere con i miei figli, ho avuto paura e sono rimasta in silenzio».
Ex salafita, Henda Ayari decise, nel novembre 2015, di togliersi il velo portato da quando aveva 21 anni e denunciare il marito fondamentalista violento. Musulmana praticante, è diventata presidente dell'associazione Libératrices ed ha scritto un libro in cui racconta la sua "liberazione" dal salafismo. Ora, per la prima volta rivela che in quel volume un intero capitolo racconta di quanto accaduto con Ramadan, solo che aveva semplicemente cambiato il nome, per scongiurare «una denuncia per diffamazione».
Henda Ayari spera che il suo gesto possa ispirare altre donne vittime di violenze.