Nel marzo 2019 la donna aveva accoltellato il bimbo di sette anni per strada, mentre tornava a casa da scuola.
Dopo tre anni ha riportato il caso in tribunale. Voleva ritornare libera, ma la richiesta è stata respinta.
BASILEA - Il 21 marzo del 2019, in pieno giorno e senza una ragione apparente, una pensionata (all'epoca 75enne) accoltellò a Basilea, uccidendolo, un bimbo di sette anni: il piccolo Ilias.
La donna, mentalmente disturbata, era stata condannata in primo grado all'internamento. Oggi ha incontrato di nuovo i genitori della sua vittima davanti alla Corte d'Appello di Basilea.
L'anziana ha chiesto infatti di essere rilasciata. La famiglia del bambino, nel frattempo, non ha nascosto le proprie preoccupazioni riguardo la possibilità di non riuscire a ottenere un risarcimento e una pena adeguate. Il tribunale, stando alle dichiarazioni rilasciate dal legale della famiglia al Blick - avrebbe respinto le richieste economiche sulla base della carenza di beni della pensionata. L'avvocato ha quindi intentato una causa per responsabilità dello Stato proprio la scorsa settimana, poco prima della scadenza del termine di prescrizione.
Il comportamento dell'oggi 78enne, ad oggi, non ha dato segni di pentimento. L'anziana sorride a colloquio con il suo difensore, sembra rilassata e afferma di stare bene. In carcere svolge dei lavoretti, non ha problemi con gli altri detenuti, ma rifiuta qualsiasi forma di terapia, sostenendo di non averne bisogno. In qualche modo si sente di essere nel giusto, avendo speso anni a lamentarsi con le Autorità, senza però aver ottenuto mai aiuto.
La 78enne, infatti, soffre da decenni di "querulomania"* e dagli anni '70 ha combattuto una piccola guerra contro le Autorità per motivi assurdi, tra questi una collezione di francobolli e monete che le sarebbe stata sequestrata nel 1979. Negli anni si sono moltiplicate le lettere in cui minacciava di «omicidio per legittima difesa». Nonostante i funzionari di polizia si siano affacciati più volte alla sua porta, nessuno immaginava che la pensionata avrebbe messo in atto le sue fantasie, o sarebbe stata rinchiusa per precauzione.
Internamento confermato - Come ci si aspettava, in ogni caso, la Corte d'Appello di Basilea ha confermato l'internamento per la donna, già dichiarata in primo grado incapace di intendere e di volere.
La Corte d'appello ha inoltre approvato, a maggioranza, le richieste di risarcimento (inizialmente respinte) per circa 12'500 franchi e di riparazione per torto morale di oltre 123'500 franchi presentate dai genitori del bambino.
*Querulomania: In psichiatria, tendenza patologica, che rientra nel quadro di un'anomalia della personalità o di una sindrome di natura psicotica, ad avanzare rivendicazioni continue e per lo più non fondate.