Si chiama Kik ed è popolare tra i più giovani e da chi li vuole adescare. E le autorità, anche svizzere, arrancano.
Il caso dell'impiegato comunale sangallese, del prof. losannese e il friburghese che si fingeva una 12enne.
ZURIGO - Finirà davanti al giudice questo agosto, per aver adescato minorenni utilizzando un'app di messaggistica molto nota tra i più giovani. L'uomo, un ex-impiegato comunale di San Gallo è accusato di aver avvicinato con fini sessuali almeno 25 giovani, tutti di età inferiore ai 18 anni. Il "luogo di caccia" dell'orco, e a quanto pare di altri, è Kik una chat simile a WhatsApp.
Kik, riportano diversi domenicali tra i quali la SonntagsZeitung e Le Matin Dimanche in un esteso articolo, è finita nel mirino dei media internazionali perché indirettamente facilità l'opera dei pedofili e - al contempo - ostacola il lavoro delle autorità. Il motivo è da ricercare nella modalità d'iscrizione, che non richiede un numero di cellulare ma un'email (che può facilmente essere anonima) e rende poi difficile identificare la persona che perpetua gli abusi, anche dopo le segnalazioni.
Queste, dopo essere state scremate dall'amministrazione della piattaforma negli States vengono poi deviati alla Fedpol di Berna che si occuperà poi di coordinarsi con le varie polizie cantonali. Per capire un po' di quali numeri stiamo parlando nel 2021 queste segnalazioni erano 1'399. Le autorità cantonali, confermano però i domenicali, spesso si trovano in difficoltà a occuparsene per carenza di mezzi e personale.
Questo non significa che i pedofili di Kik la facciano franca, sono già due le persone condannati nel 2021: un insegnante di un istituto privato di Losanna (identificato grazie al suo account gmail) che condivideva materiale pedopornografico, un solettese che aveva tentato di sedurre una 12enne e un friburghese, che si spacciava per ragazzina in modo da ottenere foto di nudo dai ragazzi.
Da ultimo c'è il 50enne impiegato comunale di San Gallo, che prediligeva le giovanissime a cui mandava foto di nudo e offriva soldi in cambio di sesso. Stando al suo avvocato, però, non ci sono mai state vere molestie «tutto è successo solamente via internet» e «non è sicuro che dietro agli account delle ragazze avvicinate, ci fossero davvero delle minorenni». In ogni caso il sangallese si è detto «estremamente pentito di quanto fatto» e attualmente si troverebbe in terapia.
Attualmente Kik ha circa 300 milioni di utenti in tutto il mondo, si stima che circa il 70% di questi sia minorenne.