Nel caos l'Ufficio della migrazione di Bienne. Un'indagine dovrà chiarire la portata del fenomeno
BIENNE - Un vero e proprio terremoto ha travolto l'Ufficio della migrazione di Bienne, dove è in corso una riorganizzazione generale del personale. Come risulta da un comunicato stampa della Città, questa "ristrutturazione" procede in parallelo a un'indagine ufficiale.
Entrambe le misure arrivano in risposta ai ricorrenti problemi riscontrati nell'emissione dei documenti per stranieri. Sono stati segnalati anche tre casi penalmente rilevanti.
Il primo riguarda il reato di appropriazione indebita. Il dipendente, in questo caso, è stato licenziato senza preavviso. Nel secondo caso, un dipendente ha chiesto un pagamento in denaro in cambio del rilascio facile e veloce di un permesso. Anche qui è scattato il licenziamento.
Ma c'è chi è riuscito a fare peggio. Un terzo dipendente è arrivato a chiedere prestazioni sessuali per sveltire le pratiche e fare in modo che tutto filasse liscio. Lo stesso è stato sospeso a tempo indeterminato fino a che non saranno accertate le sue responsabilità. Vale, fino a prova contraria, la presunzione di innocenza.
Le rimostranze sono emerse a partire dall’autunno 2023. Nel mese di agosto, causa la mancanza di personale, sono giunti in soccorso dipendenti di altre sezioni. Sulla base dei feedback ricevuti, e dopo la segnalazione di un caso di appropriazione indebita, la consigliera comunale Natasha Pittet ha richiesto una valutazione indipendente.
I due casi di presunta corruzione passiva (documentazione per denaro o sesso) sono stati scoperti nel corso delle indagini nel novembre 2023. Per questo motivo Pittet ha ordinato un'indagine ufficiale. Ciò ha lo scopo di chiarire se vi siano stati ulteriori reati penali. E l’indagine costerà cara (oltre 200 mila franchi).