Segue il PS, che ha alle calcagna PLR, Alleanza del Centro e Verdi, secondo l'ultimo Barometro elettorale della SSR
Per quanto concerne l'influenza dei Consiglieri federali, Berset è in testa, Cassis e Amherd agli ultimi posti
BERNA - L'UDC rimane comodamente il primo partito svizzero davanti al PS, stando al barometro elettorale della SSR di metà legislatura. Dietro le posizioni si avvicinano: PLR, Alleanza del Centro e Verdi si trovano praticamente ad ex aequo al terzo posto.
Rispetto alle elezioni federali dell'autunno 2019, l'Unione democratica di centro (UDC) guadagna un punto percentuale, issandosi al 26,6%. Il Partito socialista (PS) conserva il suo secondo posto con il 15,8% (-1 punto) delle intenzioni di voto. Nonostante la pandemia di Covid-19, in Svizzera si osserva una situazione molto stabile, rileva oggi l'istituto Sotomo a cui è stato affidato il sondaggio dalla Società svizzera di radiotelevisione (SSR).
Il Partito liberale-radicale (PLR) subisce il calo più marcato (-1,5 punti), attestandosi al 13,6%. L'Alleanza del Centro, che è nata nel frattempo dalla fusione tra il Partito popolare democratico (PPD) e Partito borghese democratico (PBD), perde invece soltanto mezzo punto percentuale, situandosi al 13,3% delle preferenze, mentre i Verdi si mantengono al 13,2%. Dal canto loro, i Verdi liberali realizzano la maggiore progressione (+2%), collocandosi al 9,8%.
Se anziché richiamarsi alle ultime elezioni federali, si facesse riferimento al barometro elettorale dello scorso anno, l'UDC guadagna addirittura 2,5 punti percentuali, ponendo fine a una tendenza negativa iniziata nel 2019. Gli autori dello studio rilevano che, sebbene si trovino quasi sulle medesime percentuali, PLR, Alleanza del Centro, Verdi contano rispettivamente due, uno e nessun rappresentante in Consiglio federale.
Clima guadagna importanza
Per quel che concerne gli argomenti prioritari da affrontare, il cambiamento climatico resta motivo di preoccupazione per quasi la metà (44%) dei circa 28'000 partecipanti al sondaggio. Segue la lotta contro le pandemie (32%). Tuttavia le misure sanitarie adottate dal Consiglio federale hanno suscitato critiche per quanto attiene alla restrizione delle libertà individuali a tal punto che per il 17% degli interrogati la protezione delle libertà individuali rappresenta ora una sfida importante, secondo il barometro Sotomo.
Tale preoccupazione ha guadagnato terreno avvicinandosi a quella per la sicurezza sociale (18%). Per l'UDC in particolare, la questione delle libertà è una gradita aggiunta ai suoi temi centrali tradizionali quali l'immigrazione e le relazioni con l'Unione europea, che si stanno affievolendo in questi ultimi anni.
Disinteresse per i premi malattia
Sono soprattutto i due temi "competitività, economia e disoccupazione" e "pressione sui salari" ad essere molto meno spesso citati rispetto al 2020. Un anno fa, la paura di ritrovarsi senza un lavoro e del diffondersi di una crisi economica, quali conseguenze della pandemia, era grande. Oggi, le preoccupazioni concernenti l'economia e il mercato del lavoro sembrano essere diminuite.
Ciò ha ripercussioni soprattutto per il PLR e il PS, partiti per i quali il mondo economico e sociale sono temi centrali. Non è quindi sorprendente, secondo Sotomo, che queste due formazioni abbiano perso punti percentuali dall'ultimo barometro elettorale.
Rispetto alle elezioni del 2019, sono soprattutto i premi dell'assicurazione malattia ad aver perso importanza. Due anni fa, il 43% delle persone interrogate li collocava ancora tra le cinque principali sfide da affrontare. Oggi soltanto il 14% li ritiene un tema rilevante.
Poche differenze regionali
Gli argomenti prioritari non differiscono fondamentalmente da una regione linguistica all'altra. La lotta contro l'epidemia di coronavirus è però meno centrale agli occhi delle elettrici e degli elettori romandi (19%), mentre assume maggiore rilevanza nella Svizzera tedesca (34%).
La Svizzera italiana si distingue invece in particolare per il tema dell'indipendenza e della sovranità, con 10 punti percentuali in più rispetto alle altre regioni del Paese (28% contro 18%).
Berset e Parmelin
Il Covid-19 influisce anche sulla percezione degli interrogati riguardo all'influenza dei vari consiglieri federali. Già considerato particolarmente autorevole prima dell'inizio della pandemia (46%), il ministro della sanità Alain Berset ha fatto ancora un balzo in avanti; tre quarti degli interrogati considerano il socialista tra le persone in carica più influenti.
Oltre a Berset, soltanto il presidente della Confederazione Guy Parmelin (UDC) ha guadagnato prestigio dal 2019, passando dal 4% al 21%. Per contro Karin Keller-Sutter (PLR) è in netto calo, dal 50% al 30%. Viola Amherd (Alleanza del Centro) e Ignazio Cassis (PLR) sono ritenuti i ministri meno influenti.
Il sondaggio, condotto online tra il 29 settembre e il 3 ottobre, ha coinvolto quasi 28'000 elettori. Il margine di errore è di +/- 1,3 punti percentuali.