Serve ancora del tempo per disciplinare i dettagli relativi all'attuazione della legge
BERNA - Se il modello del consenso presunto per la donazione di organi non potrà entrare in vigore prima del 2025 è dovuto anche al fatto che l'identificazione elettronica (e-ID) non è ancora molto diffusa in Svizzera. Lo ha indicato oggi l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) a Keystone-ATS, confermando quanto riferito dalla SRF.
Lo scorso maggio la popolazione aveva approvato con il 60% dei voti la modifica della legge sui trapianti. Il agosto, l'UFSP aveva già chiarito che il nuovo disciplinamento entrerà in vigore non prima del 2025. Questo lasso di tempo è necessario per disciplinare, nelle ordinanze, i dettagli relativi alla sua attuazione. Occorrerà anche elaborare una campagna per informare la popolazione e istituire un registro.
Tale registro è necessario per poter documentare le dichiarazioni delle persone che vogliono manifestare il proprio rifiuto alla donazione, il semaforo verde oppure l'intenzione di limitare il consenso solo a determinate parti del corpo. Per accedere a tale registro, che sarà on-line, occorrerà disporre di una identità elettronica, che attualmente non è molto diffusa tra la popolazione, spiega l'UFSP.
La nuova legge federale sui servizi d'identificazione elettronica (legge sull'Ie) - che avrebbe permesso di promuovere l'e-ID tra la popolazione - era stata bocciata il 7 marzo 2021 con oltre il 64% di voti contrari. Nel frattempo il Consiglio federale si è rimesso al lavoro e ha già svolto una consultazione in merito a un nuovo progetto legislativo, che dovrebbe essere presentato dalla nuova responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) Elisabeth Baume-Schneider entro l'estate.
La nuova legge sui trapianti
Quanto alla nuova legge, questa introduce - come detto - il modello del consenso presunto. In poche parole, chiunque non si opporrà esplicitamente al prelievo degli organi sarà considerato un donatore. Attualmente vale invece il contrario: è necessario il beneplacito dell'interessato (o dei famigliari) per dare il via libera all'espianto.
Questo consenso presunto sarà però "in senso lato". I congiunti verranno infatti ancora coinvolti nel processo decisionale nel caso in cui il defunto non renda note le sue intenzioni. I famigliari potranno quindi stoppare il prelievo se sanno o presumono che il loro caro sarebbe stato contrario. In mancanza di una dichiarazione precisa e nell'impossibilità di raggiungere un parente non sarà permesso toccare gli organi.
Tale cambiamento di principio è stato pensato in primis per ridurre le liste di attesa, in cui i pazienti possono restare impantanati per mesi o diversi anni, sperando di trovare ad esempio un cuore, un polmone, un fegato o un rene. A fine 2021, in Svizzera 1434 persone stavano aspettando di ricevere un organo in grado di migliorarne lo stato di salute o di salvar loro la vita.