Il PS chiede di «accantonare i piani di smantellamento». Il PLR parla di «caos» e «fiasco» nel DFI, puntando il dito contro Baume-Schneider.
BERNA - Il clamoroso errore di calcolo dell'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) sulle prospettive finanziarie dell'AVS - stimati costi superiori per quattro miliardi - non ha naturalmente lasciato indifferente il mondo politico svizzero. I primi a reagire alla clamorosa topica è stato il Partito socialista che - vista «la situazione finanziaria migliore di diversi miliardi rispetto a quanto ipotizzato» - chiede ai partiti di centro-destra di «fermare finalmente i loro piani di smantellamento delle pensioni e di proteggere il potere d'acquisto delle persone pensionate».
«Il calcolo errato delle prospettive finanziarie dell'AVS mostra chiaramente che il finanziamento a lungo termine dell'AVS è molto più solido di quanto previsto in precedenza», sottolinea la co-presidente del Gruppo socialista alle Camere federali Samira Marti. «I piani del centro-destra di tagliare le prestazioni pensionistiche e persino di innalzare l'età di pensionamento sono quindi decisamente fuori discussione».
Sempre a sinistra, i Verdi si concentrano invece sulla votazione del 2022 sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne, precisando che la possibilità di un ricorso verrà «esaminata». «L'oggetto era stato approvato di misura e sulla base di cifre errate del governo», ha sottolineato la consigliera nazionale zurighese Katharina Prelicz-Huber.
Il Partito liberale radicale, da parte sua, parla senza mezzi termini di «caos» e «fiasco» del Dipartimento dell'Interno (DFI) puntando il dito contro i «consiglieri federali socialisti. «Questo grave errore mina la fiducia nell'UFAS, nel DFI e in generale nelle istituzioni», sottolinea il PLR chiedendo a Elisabeth Baume-Schneider «totale trasparenza» e di «trarre le conseguenze che si impongono in seno al suo dipartimento», aspettandosi nel contempo l'apertura di un'inchiesta da parte delle Commissioni della gestione di entrambe le Camere federali.
«Dopo la débâcle dell'AVS, come si può avere ancora fiducia nelle basi di calcolo dell'assicurazione invalidità e delle prestazioni complementari», si chiede il partito, secondo cui bisognerebbe procedere a una ristrutturazione strutturale delle principali assicurazioni sociali.
Infine il PLR pretende che non venga aggiunto «nessun onere» alla classe media e alle PMI attraverso l'aumento dei contributi per i dipendenti e l'IVA e che vengano riviste «urgentemente le previsioni sull'AI e le prestazioni complementari».
In casa UDC, il capogruppo parlamentare Thomas Aeschi si è detto preoccupato per gli errori emersi. Le responsabilità di questa vicenda devono essere chiarite, ha indicato il consigliere nazionale, che approva l'inchiesta ordinata da Baume-Schneider, a Keystone-ATS. La comunicazione prima di votazioni importanti di cifre sbagliate è problematica, ha continuato il deputato proveniente dal canton Zugo. Tuttavia, Aeschi respinge ogni richiesta di ripetere la votazione sull'età pensionabile delle donne.
Il Centro da parte sua, oltre ad apprezzare i chiarimenti entro fine anno promessi dal DFI, ha sottolineato come il contributo federale per la tredicesima AVS non debba essere abbassato, anche se il suo finanziamento sarà inferiore al previsto. L'UFAS oggi ha annunciato una riduzione in questo senso dopo che i calcoli sono stati rivisti. È cruciale trovare una soluzione equilibrata per sovvenzionare la 13esima rendita e ridurre al minimo gli oneri per la classe media, avverte il partito in un comunicato.
Infine l'OCST esprime il suo «sconcerto» riguardo a quanto emerso sugli errori di calcolo rispetto alle prospettive finanziarie dell’AVS. «È evidente che un simile sbaglio avrebbe potuto influenzare negativamente l’esito della votazione sulla 13esima mensilità AVS e ha certamente indotto molte cittadine e molti cittadini a sostenere la riforma AVS e l’aumento dell’età di pensionamento delle donne», come evidenzia Giorgio Fonio, segretario regionale OCST e Consigliere nazionale.