
Mamma, papà, contate fino a dieci prima di picchiare vostro figlio. La sessuologa Kathya Bonatti attacca la campagna di Protezione dell’infanzia Svizzera. Intanto in tutto il Paese scatta l’allarme
LUGANO – «Non si può responsabilizzare i bambini in questo modo». La sessuologa Kathya Bonatti attacca la campagna “Idee di bambini forti per genitori forti: c’è sempre un’alternativa alla violenza”, promossa in tutto il Paese dalla fondazione Protezione dell’infanzia Svizzera. L’obiettivo è quello di ridurre un fenomeno allarmante, quello della violenza sui minori. Secondo uno studio dell’Università di Friborgo, infatti, la metà dei genitori svizzeri ricorre alla violenza fisica nel compiere il proprio ruolo educativo. Un quarto, invece, fa leva regolarmente sulla violenza psicologica. «Ma non sono i bambini a doversi dare una mossa – precisa la sessuologa –. Tocca agli adulti fare certe riflessioni».
L’esortazione – “Dai mamma, dai papà, contate fino a dieci…” Una delle immagini sui cartelloni, tanto per fare un esempio, evidenzia una bambina che esorta il papà “ad andare un attimo fuori”. Idea firmata da Emma, 6 anni. I coordinatori di Protezione dell’infanzia Svizzera hanno evidenziato come la campagna, oltre che alle cifre trapelate dallo studio accademico, si sia ispirata proprio alle idee di bambini interpellati sul fenomeno.
Un pensiero da sradicare – «Troppi genitori – sostiene Xenia Schlegel, direttrice della fondazione – alzano le mani sui bambini e nemmeno se ne rendono conto. Pensano che quella non sia violenza, o che quell’atteggiamento sia un loro diritto acquisito in quanto genitori. Si tende a dire che qualche schiaffo non fa male a nessuno. Finora la politica non è mai riuscita a sradicare definitivamente questo pensiero. Ci proviamo noi».
Sensi di colpa – Bonatti non è d’accordo. E ribatte. «I bambini sono vittime. Non spetta a loro trovare soluzioni. Nella campagna si fa riferimento ai bambini forti. Chi è terrorizzato e non riesce a reagire, allora cosa deve fare per fermare il padre violento? Si deve sentire anche colpevole perché non è abbastanza forte come recita lo slogan? Mi sembra una campagna che può fare di tutto tranne che proteggere l’infanzia».
Il fenomeno silenzioso – «Noi non abbiamo mai detto che la responsabilità deve essere dei bambini – tuona Schlegel –. Abbiamo semplicemente preso le idee dei bambini per dare spunti ai genitori. Il vero problema è che questo è un fenomeno silenzioso. Molte mamme e molti papà non sono consapevoli di essere violenti coi figli. I bambini più colpiti sono quelli tra gli zero e i sei anni di età. Bambini che, poi, col tempo potrebbero avere grosse ripercussioni sul carattere a causa di questi episodi».
La violenza per risolvere i conflitti – L’invito spontaneo rivolto ai genitori è dunque quello di riflettere (o di, appunto, uscire a farsi un giro) prima di usare qualsiasi forma di violenza sul figlio. «Gli studi – prosegue Schlegel – dimostrano che da uno schiaffo i bambini non imparano nulla. Se non che si possono risolvere i conflitti con la violenza».