La vicenda di un quarantenne da mesi in cerca di un alloggio in “riva al Ceresio”. O gli appartamenti sono di basso livello. O costano troppo. Non c’è via di mezzo. La municipale: «È un problema»
LUGANO – «Da mesi, io e la mia famiglia stiamo cercando un appartamento nel centro di Lugano. Invano. Non c’è spazio per noi». Enea P., quarantenne locarnese, è affranto. Vorrebbe trasferirsi nella città sottocenerina per essere vicino al suo posto di lavoro. Lui, sua moglie, e i suoi due bimbi. Ma la ricerca di un alloggio è un’impresa. O gli appartamenti sono di basso livello. O costano troppo. «Almeno 2'000 franchi – precisa Enea – è praticamente impossibile trovare un appartamento abbastanza grande, a misura di famiglia, a prezzi abbordabili».
Dal “ghetto” al borsellino che piange – Enea ci mostra tutte le sue ricerche. Ha iniziato a guardarsi attorno già a dicembre. Senza esito. «Gli appartamenti a basso costo sono privi di qualsiasi comfort – dice – e anche a livello di sicurezza non sono il massimo. Spesso sono situati in “ghetti”, in cui vivono persone ambigue. Gli appartamenti buoni, invece, sono cari. Molto cari. Io lavoro proprio nel centro di Lugano. Risparmierei in benzina e in trasferta. Non per questo, però, voglio farmi spennare».
Il sogno impossibile del sindaco – Quella di Enea è una situazione comune a molte famiglie. Abitare nel centro di Lugano per chi appartiene al ceto medio è quasi impossibile. Un bel pugno allo stomaco per una Città che, per bocca del suo stesso sindaco, Marco Borradori, ha più volte manifestato l’intenzione di volere fare tornare la gente ad abitare in centro.
La politica non si nasconde – Cristina Zanini Barzaghi, municipale e responsabile del Dicastero immobili, è cosciente della situazione. «Mancano le vie di mezzo, è vero. Anche considerando il parco immobili di proprietà della Città. Servono più appartamenti grandi per le famiglie. E più appartamenti di qualità per le persone singole».
Strutture vetuste – Il problema riguarda anche, e soprattutto, gli edifici privati. Cari e, comunque, poco attrattivi. «Tante strutture sono vetuste, non più accoglienti, e andrebbero ristrutturate. Sono stati stanziati anche degli incentivi in tal senso. Ma il lavoro da fare è enorme».
Troppi uffici – Non si tratta dell’unica difficoltà. «Per ripopolare il centro bisognerebbe convertire tanti spazi di lavoro in spazi abitativi. E qui occorre intervenire cambiando il piano regolatore». Senza contare il discorso dei posteggi. Perché una famiglia di quattro o cinque persone, pur usando i mezzi pubblici, avrà probabilmente anche un’auto. «E i posteggi fanno lievitare anche i costi degli affitti».
Ci vorrà ancora tanto tempo – Entro quanto tempo si potrà riuscire ad attirare effettivamente le famiglie nel centro di Lugano? Zanini Barzaghi è realista. Anche perché poi è quasi sempre il privato a fissare il prezzo degli affitti, facendo leva su una presunta comodità garantita dal fatto di essere in centro, con negozi e servizi a poche centinaia di metri. «La politica sta facendo tanti sforzi. Anche a livello di sensibilizzazione. Credo, tuttavia, che ci vorranno almeno vent'anni per arrivare a una situazione soddisfacente».
Un record destinato a resistere – Prospettive poco rosee dunque per una Città che, secondo un recente studio della Zürcher Kantonalbank, detiene il poco lusinghiero record svizzero degli appartamenti sfitti. Proprio questo primato negativo non potrebbe essere da stimolo per i proprietari di immobili? Pur di avere un appartamento vuoto, potrebbero pensare di abbassare la pigione. Zanini Barzaghi non ci crede. «Il fatto è che la qualità ha un prezzo. Se, in un contesto urbano, si vuole avere un appartamento con determinati “lussi”, i costi lievitano. Altrimenti occorre accontentarsi di soluzioni più spartane. Oltre San Gottardo la situazione è un po’ diversa. In alcuni casi, l’ente pubblico dà una mano concreta ad abbassare certi costi. Da noi non è così».