Negozi di biciclette presi d'assalto. ProVelo: «Mai visti tanti ciclisti, sta succedendo qualcosa»
I venditori sono contenti. E i Comuni corrono ai ripari, potenziando le infrastrutture ciclabili
LUGANO - I mezzi pubblici fanno paura. E i ticinesi pedalano per sfuggire al Covid. Non è solo una percezione: i ciclisti sulle strade della Svizzera italiana sono aumentati. Se ne sono accorti i negozi di bici, che nelle ultime due settimane sono stati presi d'assalto.
«Siamo nel pieno dell'alta stagione» confermano ad esempio dal negozio Mister Bike di Bellinzona. «Ma le vendite sono senz'altro più alte rispetto agli anni scorsi». A "tirare" tra i veicoli di nuova generazione sono soprattutto le e-bike. Meno i monopattini elettrici, che per via del territorio poco pianeggiante faticano ad attecchire in Ticino.
«È vero, stiamo assistendo a un aumento delle vendite abbastanza inaspettato» conferma Enrique Sanz, del negozio GodSpeed di Lugano. «Negli ultimi anni la richiesta di bici elettriche è aumentata in modo costante, ma in questo momento abbiamo senz'altro registrato un'impennata». È il segno (anche) di una riscoperta del territorio, un po' forzata dalle circostanze. «Diversi clienti hanno motivato l'acquisto con il fatto che passeranno le vacanze in Ticino» conclude il negoziante.
L'associazione ProVelo Ticino è galvanizzata. «Non abbiamo mai visto tanti ciclisti, sta succedendo qualcosa di nuovo e positivo» osserva il presidente Marco Vitali, che nelle scorse settimane è tornato a chiedere un "cambio di marcia" anche alle autorità cantonali e comunali. «L'abbandono dei mezzi pubblici e il turismo indigeno impongono un ripensamento della mobilità, come sta avvenendo in diverse città d'Europa».
L'associazione registra un «feedback positivo» dalla politica. A Lugano in particolare «dove finora si è accumulato un vergognoso ritardo rispetto al resto della Svizzera» l'amministrazione comunale ha dato segnali incoraggianti: l'apertura ai ciclisti delle corsie dei bus e di alcune vie e contro-vie, il potenziamento del bike-sharing.
«Sembra esserci finalmente la volontà politica di recuperare terreno» osserva Vitali. «Le nostre richieste si spingono oltre, vorremmo ad esempio che il limite dei trenta all'ora fosse esteso a tutta la zona centrale di Lugano. Finora abbiamo incontrato un atteggiamento disponibile, il che ci fa ben sperare».
Un punto controverso riguarda proprio l'acquisto di biciclette. Gli incentivi reintrodotti dalla Città proprio alla vigilia dell'epidemia non sono andati giù agli amanti della pedalata, perché giudicati insufficienti. L'importo (250 franchi a bicicletta) è stato infatti dimezzato rispetto al passato. Sulla spinta del Covid, però, ora il Municipio potrebbe aprire una porta - o almeno una finestra - anche in questo senso.