Lo chiede una lettera aperta indirizzata al Consiglio di Stato dal sindacato UNIA
BELLINZONA - Martedì 8 e domenica 13, 20 e 27 dicembre. In vista delle festività, seppur "straordinarie" a causa della pandemia di coronavirus, si valutano le solite aperture straordinarie dei negozi. In attesa di una decisione, è il sindacato UNIA a fare il primo passo, rivolgendosi direttamente al Governo: «Nel rispetto delle direttive sanitarie che chiedono di limitare i raggruppamenti e del personale già spremuto all'inverosimile, negozi e centri commerciali dovrebbero restare chiusi per almeno un giorno a settimana. Il sindacato chiede quindi di revocare tutte le autorizzazioni di aperture straordinarie domenicali e festive di dicembre».
In particolare, UNIA si fa paladino dei diritti del personale di negozi, costretto in alcuni casi a lavorare tutto il mese di dicembre con soli tre giorni liberi (6, 25 e 26) a causa dei «noti problemi di assenze per malattia e quarantene».
Il sindacato mette sotto gli occhi del Consiglio di Stato la situazione in negozi e centri commerciali: «i controlli alle entrate sono spariti, i numeri massimi per filiale non sono più rispettati, i semafori e altri sistemi di filtraggio sono soltanto un ricordo». E «non ci sono nemmeno i controlli».
Infine, una frecciatina per nulla velata: «Il personale è abbandonato a sé stesso, tanto "al lavoro non ci si ammala", come ripete il mantra padronale del Cantone. Come se sei persone attorno al tavolo di un ristorante o di una casa privata avessero più possibilità di contagiarsi che 60 in un negozio o 600 in un centro commerciale».