L'infettivologo Christian Garzoni sulla crescita dei positivi in Ticino: «Un'oscillazione da tenere d'occhio».
Pesa la variante inglese: «Virus "appiccicoso". Guardiamo questi numeri con attenzione».
LUGANO - Lunedì erano 28, martedì 44, mercoledì 72. Sale il numero dei positivi in Ticino che, sulle 24 ore, non era così elevato dal 5 di febbraio scorso.
«Conosciamo le oscillazioni di questa pandemia e per il momento non griderei al lupo», sottolinea, interpellato, l'infettivologo Christian Garzoni, direttore sanitario della Clinica Luganese di Moncucco. «Chiaro - precisa -, dobbiamo andare avanti nel prestare attenzione. Abbiamo visto come un rilassamento eccessivo possa rivelarsi altamente pericoloso, vedi la vicina Lombardia e l'evidente aumento di casi. Tuttavia non cambierei nulla nella strategia e nella valutazione del Consiglio federale».
Il peso del ruolo delle forme mutate del virus resta evidente: «Ad oggi in Ticino oltre la metà dei casi corrisponde alla variante inglese. Abbiamo un virus più "appiccicoso". Quindi questi numeri vanno guardati con molto rispetto. Se questo aumento si dovesse confermare nei prossimi giorni avremo un problema».
Dall'altro canto allevia le preoccupazioni la persistente assenza di nuove vittime: «Un dato estremamente positivo. A dimostrazione dell'efficacia del vaccino nella diminuzione dei casi gravi vi è l'esperienza delle case di cura. Non abbiamo avuto più ricoverati provenienti dalle strutture per anziani. Quindi dobbiamo procedere spediti con le vaccinazioni su tutta la popolazione, come si sta facendo».
Sugli allenamenti ulteriori proposti oggi dal Nazionale, Garzoni invita a un approccio critico: «Le chiusure vanno mantenute per il periodo più breve possibile, questo di principio. Però l'estrema prudenza è d'obbligo. La situazione, d'altro canto, è difficilmente prevedibile. Abbiamo visto infatti che, nonostante le chiusure, i casi stanno stagnando e si è diffusa la variante inglese. Guardiamo fuori dai nostri confini per capire dove possono portare delle riaperture incontrollate. Quindi aprire sì, ma con la testa. E in questo senso il Governo federale credo stia facendo un ottimo lavoro».