Lorenzo Albrici, chef stellato, da quattro mesi non guadagna un soldo. E anche il 19 aprile resterà "a bocca asciutta"
Le riaperture parziali «sono una discriminazione» per chi non dispone di spazi all'aperto. GastroTicino: «Passo in avanti, ma comunque una delusione»
BELLINZONA - Per Lorenzo Albrici il 19 aprile non ci sarà niente da festeggiare. Fa parte della sfortunata categoria dei ristoratori "senza terrazza", che non beneficeranno dell'allentamento deciso oggi dal Consiglio federale. «La sensazione è di essere discriminati» dice.
Lo chef stellato, titolare della Locanda Orico di Bellinzona, non guadagna un soldo da quattro mesi e non vuole fare previsioni per il futuro. «Siamo in una situazione difficilissima, il segnale da Berna è positivo ma senza una prospettiva certa, l'impressione è di navigare a vista. Vivo queste comunicazioni con grande strazio».
Anche il resto del settore non fa salti di gioia. Il tasso di fallimento è salito oltre l'1 per cento tra ottobre e dicembre, secondo un'indagine Ire. La decisione di Berna di riaprire da lunedì (solo) le terrazze esterne «è un passo in avanti» ammette su Facebook il presidente di GastroTicino Massimo Suter «ma non ci porta dove vorremmo essere».
Solo una «piccola parte» dei ristoranti possiede spazi all'aperto sufficienti a coprire le spese, e per l'associazione di categoria si tratta «comunque di una disparità di trattamento» che divide il settore.
«Più si allunga la chiusura degli spazi interni più la situazione rimane drammatica» commenta Suter. «La mancanza di prospettive e orizzonti temporali definiti rende impossibile la pianificazione e mortifica le aspettative di ripresa di molti colleghi».
Il ristorante di Albrici, aperto da 23 anni all'ombra dei Castelli, non è certo tra le imprese fragili. Ma negli ultimi dodici mesi ne ha trascorsi sette con la serranda abbassate: «Una situazione difficile da reggere per chiunque» osserva lo chef stellato. «Per fortuna esistono gli aiuti e il lavoro ridotto, che ci ha permesso di mantenere i posti di lavoro» osserva il 53enne. «Tuttavia restano le spese fisse, l'affitto del locale in primis, ma non solo».
Tra le voci dolenti, Albrici ricorda che ci sono anche quelle private. «I titolari di attività non beneficiano del lavoro ridotto. Significa che, nel mio caso, per sette mesi quest'anno non ho avuto alcuno stipendio. Ma ho anche io un affitto di casa da pagare, una famiglia da mantenere».
Per quanto rimpianga di non avere una terrazza o un giardino, in questo momento, lo chef mette comunque in guardia sull'efficacia della misura: «Chi ha uno spazio esterno corre un rischio, in caso di maltempo non può spostare la clientela all'interno, non è comunque una situazione ideale». Ciò detto il giudizio sulla riapertura parziale «resta comunque positivo in quanto è il segno che si sta procedendo verso la normalità». Ora resta solo da capire quanto lentamente.