A comunicarlo è stato il senatore del Pd Alessandro Alfieri
COMO - I lavoratori frontalieri dovranno attendere la fine del 2023 per vedere applicati i contenuti del nuovo accordo fiscale. Com'era prevedibile, le buone intenzioni di far arrivare in porto la riforma entro questo anno espresse in più occasioni pubbliche da parlamentari e politici della vicina Lombardia, si sono infrante contro la macchinosa legge dei tempi parlamentari italiani.
A darne comunicazione è stato il senatore del Partito democratico Alessandro Alfieri nel corso della trasmissione televisiva di ETV "Border". «E’ stata data un’accelerazione ma era impossibile arrivare alla fine dell’iter entro il 31 dicembre» sono state le parole dell'esponente del Pd.
Così, tutto rinviato alla fine del 2023. Com'era prevedibile, a far slittare il nuovo accordo fiscale ci ha pensato la caduta del governo Draghi, come confermato dallo stesso Alfieri. «Con la caduta del governo - ha detto - si è interrotto il percorso che stavamo facendo e ora stiamo facendo un passo alla volta. Bisognerà raccogliere i pareri di tre commissioni. Due lo hanno già fatto, Lavoro e Affari costituzionali. Manca il parere della commissione Bilancio che è il più delicato perché deve definire le coperture».
Ai ritardi del Belpaese si contrappone la puntualità della Svizzera che da tempo ha "sdoganato" il nuovo pacchetto della normativa fiscale che riguarderà i 60mila lavoratori d'oltre confine.