Sempre più persone protestano per i tagli delle piante. I comuni: «Il disboscamento è l’ultima ratio». A Lugano abbattuti 145 alberi l’anno.
LUGANO - «Quando accendi una motosega in città, ti saltano tutti addosso». La frase, pronunciata da un addetto al verde pubblico di un comune ticinese, ben descrive come il taglio degli alberi, nelle città, sia una pratica sempre più criticata dall’opinione pubblica, affezionata al proprio patrimonio arboreo.
Ma, visti anche i recenti accadimenti nel Nord Italia dovuti al maltempo, con centinaia di piante sradicate e cadute a Milano, diventa ancora più importante avere un verde cittadino sano. A questo proposito, i principali centri abitati del cantone fanno notare come il disboscamento sia l’ultima ratio. Una soluzione adottata, per dirla con le parole del Comune di Lugano, «quando tutte le altre non sono più sufficienti a garantire la stabilità dell'esemplare stesso».
In generale, lo stato di salute del verde cantonale è buono. I Comuni adottano protocolli e verifiche periodiche delle alberature. Ciononostante, alla domanda se potesse succedere anche qui quanto accaduto a Milano, la risposta è più o meno univoca: è difficile fare parallelismi, i controlli abbattono le probabilità ma, di fatto, il rischio zero non esiste.
Lugano: 145 alberi abbattuti e 220 piantati
A Lugano, nel 2016, una donna era stata travolta da un albero caduto. Il servizio verde pubblico della Divisione spazi urbani della Città sottolinea come il patrimonio arboreo sia piuttosto eterogeneo. Il taglio è la soluzione estrema presa per evitare che l’area sia sottoposta «a un rischio eccessivo». Mediamente (dato degli ultimi 5 anni) vengono abbattuti circa 145 alberi all'anno. «Le principali cause sono il deperimento per la fine del ciclo vegetativo, l'instabilità dovute a patologie o altri fattori, stress idrici» e infine, in casi limitati, a causa di «cantieri edili o legati ai sotto servizi». Di contro, sono più o meno 220 gli arbusti piantati ogni anno.
Bellinzona: «164 chilometri quadrati di estensione, controllo totale impossibile»
Il Servizio comunicazione e relazioni istituzionali di Bellinzona fa sapere che «di principio gli alberi vengono tagliati solo nel momento in cui sussistono evidenti pericoli per la sicurezza delle persone o delle proprietà». Eventuali tagli sono però necessari «per la realizzazione di opere di pubblica utilità». Per ogni abbattimento, in teoria, c’è una sostituzione, «cercando allo stesso tempo di aggiungere» nuovi arbusti. È bene sottolineare come, al netto della supervisione regolare compiuta dai servizi, l’estensione del comune di Bellinzona, ben 164 chilometri quadrati, rende, di fatto, «impossibile per l’ente pubblico avere un controllo totale di tutte le piante».
Locarno: «Il rinnovo del bosco è l’obiettivo principale»
A Locarno «lo stato di salute degli alberi è in generale molto buono». Al momento «non sono previsti a corto medio termine tagli programmati». Sono previsti interventi di sostituzione nelle aree toccate da progetti selvicolturali, come il Bosco Bolla Grande o il Bosco Isolino. «L’obiettivo principale è il rinnovo del bosco, strutturandolo sia nella mescolanza sia nelle classi di età». Ogni anno «vengono messe a dimora decine di nuove piante. Quest’anno sono previste importanti piantumazioni nella zona del Bosco Bolla Grande, al Parco della Pace, presso il bagno pubblico».
Mendrisio: «Per il monitoraggio usiamo un software».
A Mendrisio gli alberi sono circa 1800 e il monitoraggio viene compiuto attraverso un software gestionale. «Sostituiamo regolarmente quelli che, durante i controlli, riscontrano gravi problemi di salute», fa sapere David Mutti, responsabile del verde pubblico di Mendrisio. Sono circa una trentina quelli tagliati ogni anno. Ma, il numero di arbusti piantati è superiore: «Il saldo - conclude - è positivo».