Lunedì 11 settembre in Piazza Dante arriva il progetto “InclusiveMicroMob”
LUGANO - La micromobilità è la sfida del futuro. L’obiettivo - fulcro della teoria della “città in 15 minuti” - è far lasciare le auto ai margini delle città per permettere ai cittadini di riappropriarsi degli spazi urbani, lavorando su prossimità e mezzi alternativi. E proprio su tale direttrice si muove “InclusiveMicroMob”, un progetto di ricerca SUPSI in collaborazione con Lugano Living Lab, per esplorare la via da intraprendere al fine di accogliere questa mini rivoluzione, magari da compiere a bordo di “Genny Zero”: veicoli elettrici a due ruote, compatti e autobilancianti.
Concepito nelle versioni precedenti come mezzo di mobilità destinato a persone diversamente abili, Genny Zero adesso guarda, in grande, al futuro. Il piano - che verrà illustrato lunedì 11 settembre in Piazza Dante a Lugano dalle 10 - viene spiegato dal ricercatore dell’Istituto sostenibilità applicata all’ambiente costruito SUPSI Albedo Bettini. «Partendo da un mezzo concepito per la disabilità si assicura maggiore inclusione e sicurezza per tutti. Una possibilità futura potrebbe essere un sistema di sharing che, invece di prevedere le biciclette, o non solo, metta in campo anche questi strumenti», spiega Bettini.
«E per tale motivo ci è stato commissionato uno studio su più livelli, adesso siamo concentrati sul fronte sociologico e urbanistico, per capire l’applicabilità dell’idea alle città - racconta il ricercatore - A mio avviso esiste del potenziale, anche e soprattutto per le caratteristiche di questi mezzi che si possono adattare a diverse condizioni».
Una delle domande riguarda inevitabilmente l’applicabilità a una realtà come Lugano di tale, futura rivoluzione - se si concretizzerà - vista anche la conformazione orografica della città. «Lo studio è commissionato da un bando federale, quindi le analisi devono fornire risultati abbastanza generici da essere applicati in vari contesti nazionali, Lugano è solo la “piattaforma” che ci permette questo studio. È stata scelta per prossimità e per la disponibilità di Lugano Living Lab, ma è importante far passare il messaggio che non si tratta di uno studio su Lugano. In generale in Svizzera abbiamo spesso “sali scendi”, ma è proprio lì che ha senso l’intermodalità: si può salire sul bus o sulle funicolari proprio come un normale pedone, come fanno i disabili. Certo senza esagerare, altrimenti non ci sarebbe spazio a sufficienza: stiamo proprio studiando questi potenziali conflitti», spiega Bettini.
Lo studio adesso prevede lo sviluppo dei test, la raccolta dei dati, l’analisi e infine ci sarà la presentazione delle conclusioni che avverrà «a fine 2024. L’appuntamento di lunedì 11 settembre è per noi molto importante perché in quell’occasione illustreremo il progetto ma soprattutto raccoglieremo le adesioni - fino a oggi una decina - di quanti vorranno provare, in test specifici, Genny Zero. Abbiamo infatti previsto una sessione di prove vere e proprie il prossimo 14 ottobre presso il Parco Ciani. Quindi vi aspettiamo».
Tra i particolari del progetto va anche sottolineato come «Il mezzo sia dotato di diversi sensori, tra i quali un localizzatore Gps, che potrebbe permettere di regolare, ad esempio, la velocità: nelle zone centrali non si supereranno i 5 chilometri orari, ovvero come un pedone, e lungo le piste ciclabili o in aree più ampie, si potranno raggiungere al massimo i 20 chilometri orari. Ma è necessario del lavoro di ricerca per esplorare le diverse possibilità e aiutare gli organi legislativi e le realtà regionali a fare delle scelte. Per questo ora abbiamo bisogno di volontari», conclude Bettini.
Infine, va ricordato come il progetto sia finanziato dall’Ufficio di coordinamento federale per la mobilità sostenibile (COMO) e diretto dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), che tramite il nuovo asse di ricerca Smart City / Smart Region fornisce competenze multi-dipartimentali in ambito urbanistico, sociologico, e di analisi dei dati, considerando in modo particolare la qualità di vita dei cittadini e sostenendo la transizione della società verso la sostenibilità. È inoltre sostenuto da Lugano Living Lab, l’organo di promozione dell'innovazione digitale e tecnologica della città. Si tratta di un partenariato tra pubblico e privato che vede la collaborazione con l'impresa di innovazione ticinese Genny Factory SA e il coinvolgimento attivo della popolazione