Boris Bignasca punta a una revisione dei mandati assegnati per cercare di risparmiare.
BELLINZONA - Tra le spese statali, una parte è utilizzata da sempre per affidare, nel campo del sociale, incarichi a organizzazioni esterne attraverso dei mandati di prestazione. Su questo mondo interviene Boris Bignasca (Lega dei Ticinesi) che ha presentato un'interrogazione al Consiglio di Stato. Obiettivo, valutare nel complesso il sistema e se possibile intervenire per risparmiare risorse.
«Pur partendo dal principio della buona fede, possiamo immaginarci che determinati servizi e prestazioni possano essere svolti con qualche risorsa in meno senza penalizzare gli utenti. Infatti, i vari mandati vengono concessi da unità amministrative diverse (socialità, integrazione, lavoro, trasporti, formazione, ...), senza un reale coordinamento e supervisione dei singoli contratti», questa la premessa contenuta nel testo dell'interrogazione che anticipa la diverse richieste formulata al Consiglio di Stato:
- Quanti sono i mandati di prestazione cantonali ad organizzazioni attive nell’ambito sociale e formativo?
- Perché questi mandati non vengono resi pubblici o almeno messi a disposizione del Gran Consiglio per una valutazione?
- Quante sono le organizzazioni che ricevono mandati di prestazione nell’ambito sociale e formativo?
- Quanti sono i dipendenti di queste organizzazioni?
- Quanti sono gli utenti di queste organizzazioni?
- Che tipo di permesso hanno gli utenti di queste organizzazioni? (CH, domiciliato, dimorante, asilante).
- Quante sono le organizzazioni che ricevono più di un mandato?
- È garantita una visione d’insieme dei mandati dati in diversi settori per identificare eventuali miglioramenti nella gestione dei costi?
- Il Cds intende valutare nuove modalità di contrattualizazione globale per ovviare a mandati cumulativi, anche in settori diversi, alla stessa organizzazione ?