Bandita la vendita del lauroceraso a livello nazionale: in futuro basterà che una piantina si ammali e a qualcuno toccherà sradicare tutto.
BELLINZONA - Migliaia di siepi ticinesi rischiano di trovarsi in una zona grigia dal primo di settembre. La Confederazione ha infatti deciso di bandire la vendita del lauroceraso. «Una pianta parecchio diffusa in Ticino – spiega Paolo Di Luciano, responsabile di Giardini ArteVerde di Barbengo –. La questione riguarderà parecchie persone».
«Problemi più reali» – Fabio Forni, presidente di Jardin Suisse Ticino, è critico: «Sono direttive della Confederazione. Vanno benissimo. Però ci sono problemi ben più reali, come quello del poligono del Giappone che infesta tutto. Vogliamo parlare del bambù? Non si capisce francamente come mai abbiano inserito anche il lauroceraso nella lista. È vero che in alcuni casi è spuntato in qualche bosco, ma basta strapparlo».
Ben 53 specie bandite – La mimosa. L'ailanto. La "palma ticinese". Il kiwi. La robinia. Sono tutte piante che figurano sulla lista delle neofite invasive o potenzialmente tali della Svizzera. Su questa lista figura anche il lauroceraso. Da inizio settembre saranno ben 53 le specie che non potranno più essere immesse sul commercio. Per 22 di queste entrerà in vigore il divieto di utilizzazione nell’ambiente.
La voce di Berna – «Il lauroceraso – precisa Viola Mauri-Martinelli, portavoce del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni – è una specie esotica che può causare danni all'ambiente. Le sue piante possono impedire la rigenerazione delle foreste e soffocare la vegetazione autoctona. Questa tesi si basa sull’attuale letteratura scientifica redatta da Infoflora, il Centro nazionale dei dati e delle informazioni sulla flora svizzera».
«Se si ammala una piantina...» – «Le piante che sono già presenti nei giardini – annota Di Luciano – non sono interessate dal divieto. La misura ovviamente non è retroattiva. Però basterà che si ammali una piantina della siepe e ci sarà il rischio di dovere cambiare tutto. Non si potrà più sostituire perché in commercio il prodotto non si troverà più».
Si studiano alternative – Pascal Mayor, titolare della Mayor Giardini di Cavigliano, ammette: «Forse ci sarà più lavoro per noi giardinieri. Non lo sappiamo ancora. Il rischio che prima o poi uno debba strappare tutto e piantare altro c'è. Stiamo già studiando soluzioni con piante potenzialmente sostitutive e a norma di legge, simili al lauroceraso ma non ritenute invasive».
C'è chi fa scorta – Mayor racconta un retroscena: «Alcune persone vogliono fare la scorta di lauroceraso prima dello stop di settembre. E quindi stanno acquistando piantine da tenere da parte nel caso di emergenze».
«Controsenso» – Forni è scatenato. «Pensate a qualcuno che deve fare uno scavo e fare passare il gas sotto la siepe. Dovrà lasciare il buco nella siepe. La questione del lauroceraso fa girare le scatole a tanti. Anche ai vivaisti. È giusto proibire piante che fanno danni all'ambiente. Ma la misura sul lauroceraso è un controsenso totale. Ormai siamo abituati alle strane decisioni di Berna».