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CANTONEGuerra ai solarium, gli esercenti: «Ora basta!»

26.06.24 - 06:30
Per l'Ufsp uno su tre non è a norma. La lega contro il cancro: «Mai!». I proprietari: «Abbiamo speso capitali, ora ci vogliono far chiudere»
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Guerra ai solarium, gli esercenti: «Ora basta!»
Per l'Ufsp uno su tre non è a norma. La lega contro il cancro: «Mai!». I proprietari: «Abbiamo speso capitali, ora ci vogliono far chiudere»

LUGANO - Ancora una volta l'Ufficio federale della sanità pubblica e la Lega contro il cancro mettono in guardia dai solarium, quei centri dove ci si reca per regalarsi la tanto desiderata tintarella. I primi sostengono (dati alla mano ricavati analizzando 390 impianti) che un macchinario su tre non sia a norma a causa dei valori di irradiazioni troppo alti. I secondi sono addirittura più lapidari. Il loro invito: «Mai andare in un solarium, nemmeno per "preabbronzarsi"».

Due dichiarazioni, diffuse a meno di 24 ore l'una dall'altra, che per gli imprenditori del settore sono un vero e proprio pugno nello stomaco. Come dimostra l'amarezza mista a rabbia che traspare dalle parole di Felice Bianco, titolare dei nove centri Sunbox presenti in Ticino: «Dicono che un impianto su tre non sia a norma, ma sono venuti in Ticino a fare delle verifiche? Noi non abbiamo visto nessuno». «Che sia l'Ufsp a diffondere tali informazioni fa male. Questo è un attacco gratuito a chi lavora duramente. La realtà, poi, è completamente diversa». 

Bianco elenca gli sforzi compiuti per adeguarsi alle nuove normative: «Abbiamo speso decine di migliaia di franchi per aggiornare le modalità di ingresso ai solarium in modo da interdire l'accesso ai minorenni. Abbiamo aggiornato le lampade e, in alcuni casi, interi macchinari per allinearci alle nuove direttive, evitando i rischi legati alle scottature. Se prima c'era un rischio, adesso non c'è più. Noi in Ticino siamo stati i primi in tutta la Svizzera a muoverci per rispettare le due ordinanze federali. Io personalmente mi sono preso la briga di attenzionare tutti i centri in Ticino invitandoli a mettersi a norma». 

Bianco non nasconde il proprio sconcerto per l'invito della Lega contro il cancro ad evitare del tutto i centri abbronzatura: «Sono 27 anni che faccio questo lavoro, con centinaia di clienti soddisfatti. Centinaia di clienti che traggono beneficio dai nostri servizi, vuoi per aumentare il livello di vitamina D, vuoi per prepararsi all'esposizione al sole. Abbiamo una certificazione, ottenuta tramite una misurazione di tutti quanti gli apparecchi, che assicura il rispetto degli 0,3 watt per metro quadrato. Non siamo dei fuori legge. Se avessi avuto la percezione che quello che stiamo facendo fosse sbagliato avrei già smesso da tanti anni».

Sul fatto che i dati dell’Ufsp non rappresentino il Ticino è concorde anche Alessandro Caroli, titolare di due Blue Light Store: «Noi non abbiamo visto nessuno. Eppure loro, con sicurezza, assicurano che un terzo dei solarium sono pericolosi». Anche in questo caso, viene subito presentato l’elenco delle modifiche recentemente apportate e dei costi sostenuti per mettersi in paro con le normative federali: «Tra la modifica del sistema di pagamento per non renderlo fruibile ai minorenni e l’adeguamento di lampade e macchinari sono state spese decine di migliaia di franchi. Siamo in regola». Proprio per questo pesano ancora di più le dichiarazioni della Lega contro il cancro: «Ce l’hanno sempre avuta a morte contro i solarium. Ma anche contro il sole in generale, quando poi si conoscono i benefici della vitamina D, che si ottiene proprio grazie all’esposizione ai raggi solari». 

Caroli è sicuro del suo prodotto: «I nuovi solarium sono meno forti del sole, hanno meno UVB ed è praticamente impossibile scottarsi. Non so nemmeno cosa rispondere alle affermazioni della Lega contro il cancro. Sono senza parole».

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