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LUGANORapina in centro a Lugano, decreto d'abbandono per il poliziotto che ha sparato

08.08.24 - 10:19
L'agente ha agito per legittima difesa, non c'è stato dolo
Foto lettore tio.ch
Fonte Ministero pubblico
Rapina in centro a Lugano, decreto d'abbandono per il poliziotto che ha sparato
L'agente ha agito per legittima difesa, non c'è stato dolo

LUGANO - È stato prosciolto l'agente della Polizia Città di Lugano, responsabile dei due colpi sparati nel corso della rapina dello scorso 2 luglio, alla gioielleria Taleda. Il Procuratore generale Andrea Pagani ha infatti decretato l'abbandono del procedimento in relazione alle ipotesi di reato di tentato omicidio intenzionale, tentate lesioni gravi ed esposizione a pericolo della vita altrui. A darne notizia il Ministero pubblico in un comunicato stampa odierno.

In base agli accertamenti condotti e a «una minuziosa ricostruzione dei fatti basata su interrogatori, filmati dell'accaduto e su un attento esami degli atti», il Ministero pubblico ha approfondito in sede istruttoria le due azioni che, in due momenti distinti, hanno portato l'agente a esplodere due colpi di pistola.

Stando alle immagini di videosorveglianza interna della gioielleria e alle dichiarazioni dei protagonisti raccolte, il primo colpo - esploso a rapina in corso mentre tutti e quattro gli autori si trovavano all'interno del negozio - è stato sparato dal poliziotto un secondo dopo che uno dei rapinatori gli aveva puntato addosso una pistola, con il dito sul grilletto, a una distanza stimabile attorno al metro. «Era dunque in essere una minaccia ingiusta di un'aggressione imminente alla sua vita». Ha pertanto «agito per legittima difesa esimente», scrive il Ministero pubblico. Precisando che «il colpo è stato deviato da un vetro antiproiettile e che nessuno è rimasto ferito».

Per quanto riguarda il secondo sparo, avvenuto durante la colluttazione in via Pessina, fuori dal negozio, è stato accertato che il colpo è partito inavvertitamente nel contesto del corpo a corpo, quando il rapinatore ha alzato un braccio per ripararsi e ha urtato con la mano la pistola impugnata e/o la mano dell'agente. Il poliziotto - prosegue il Ministero pubblico - «non ha dunque agito con dolo (nemmeno eventuale)» e per questo «non risultano adempiuti elementi soggettivi di reati ipotizzati».

Infine, in assenza di feriti e/o morti non possono sussistere «addebiti di lesioni colpose o omicidio colposo. Reati che non possono infatti essere commessi nella forma del tentativo».

L'OCST accoglie con soddisfazione la notizia
«Con soddisfazione il Sindacato OCST Polizia ha appreso che il procuratore generale Andrea Pagani ha decretato l’abbandono del procedimento nei confronti dell’agente della polizia della Città di Lugano che aveva esploso due colpi di arma da fuoco mentre, con una collega, sventava una rapina a mano armata in centro a Lugano a ora di pranzo.

La celerità con la quale si è svolto il procedimento è un buon segnale per l’operato della polizia, che si trova ad affrontare situazioni fortemente critiche nelle quali gli agenti sono chiamati a garantire la sicurezza e proteggere le persone coinvolte in condizioni di forte stress. La preparazione fisica e psicologica che i nostri agenti di polizia dimostrano è frutto di un intenso lavoro ed è un valore importante per la popolazione che non va dato per scontato».

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