Il presidente del PPD Ticino non critica il lavoro di Gobbi, ma ne mette in dubbio l'efficacia.
Lo fa partendo dai numeri: «Ne bloccano uno su cento, e la metà il permesso lo ottiene comunque facendo ricorso»
BELLINZONA - Mantiene una posizione neutrale Fiorenzo Dadò, nell’esprimersi riguardo alla polemica scaturita dalle dichiarazioni di Gobbi, a proposito del “giro di vite” sugli stranieri.
Il presidente del PPD in Ticino - interpellato da Radio Ticino - parte dai numeri: «Su 100 richieste, 99 vengono evase con il rilascio del permesso. È un dato indicativo - sottolinea -. Il Dipartimento delle istituzioni ha tutto il diritto di bloccare quel singolo permesso per le dovute valutazioni».
Ciò nonostante, Dadò non nasconde un certo scetticismo riguardo le modalità con cui vengono effettuati i controlli: «Se tutto questo dispiegamento di forze serve per cercare di limitare gli stranieri… mi domando se ne valga la pena o se serva più che altro per farsi propaganda politica. Gli stranieri, infatti, continuano comunque ad aumentare. E di questo 1% bloccato, la metà ottiene lo stesso il permesso grazie al ricorso al Tribunale Cantonale Amministrativo».
Sul lavoro di Gobbi, Dadò non si sbilancia e vira, piuttosto, su altri argomenti: «Magari gli è scivolata un po' la frizione, ma in questo momento, nel nostro Cantone, abbiamo altre priorità. C'è un virus, quello del covid, che va a braccetto con una crisi ancora in corso. Credo che dovremmo chinarci su questo».