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CANTONE«Ci aspetta un altro ventennio di traffico e colonne»

04.07.21 - 10:07
Alessandro Speziali e Giacomo Garzoli reagiscono alla bocciatura di parte del progetto per il collegamento A2/A13.
Ti Press
«Ci aspetta un altro ventennio di traffico e colonne»
Alessandro Speziali e Giacomo Garzoli reagiscono alla bocciatura di parte del progetto per il collegamento A2/A13.
Su ritardi, richieste dell'USTRA e dell'UFAM, presentano una serie di domande al Consiglio di Stato.

BELLINZONA - Il collegamento veloce A2/A13 è un progetto fondamentale per il nostro territorio. La situazione attuale dell’asse viario è infatti sempre più spesso satura - indipendentemente dall’ora e dal giorno - sia sul versante di Cadenazzo, sia su quello di Gudo.

Lo scorso giovedì è stato reso noto dall’USTRA che una parte importante del progetto di collegamento veloce A2/A13 è da rifare, poiché le autorità federali si sono opposte a diversi aspetti del tracciato elaborato dal Cantone (dopo che il progetto fu presentato già due anni fa alla Confederazione). Un ostacolo che ritarderà malauguratamente una volta ancora la realizzazione dell’opera, su cui si cominciò a votare già nel lontano 2007 con la cosiddetta "variante 95".

Dalle informazioni a disposizione, l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha sollevato criticità in merito all’attraversamento del fiume Ticino in zona palustre delle bolle di Magadino (poiché non sembrerebbe rispettare le normative di protezione a causa delle dimensioni del potenziale manufatto). Un secondo veto è caduto sul comparto tra Cadenazzo e Camorino, in merito alla gestione del traffico in particolare durante il cantiere.

A questo punto, occorre dunque riprogettare soluzioni alternative, che chiederanno quindi ulteriori risorse di tempo e finanziarie, posticipando l’ipotetica messa in funzione del collegamento veloce non prima del 2040. «Si prospetta così un altro ventennio di traffico e colonne, producendo una situazione tutt’altro che ecologica e amica dell’ambiente, oltre che penalizzante per l’unico agglomerato in Svizzera non allacciato all’autostrada», sottolineano amareggiati i granconsiglieri del PLR Alessandro Speziali e Giacomo Garzoli.

Alla luce di queste circostanze, i due deputati hanno quindi deciso di sottoporre una serie di domande - attraverso un'interrogazione - al Consiglio di Stato:

    • Cosa pensa il Consiglio di Stato delle criticità comunicate da USTRA, come anche della necessità da esso formulata di rielaborare due nodi centrali quali, in sostanza, l’entrata e l’uscita della futura galleria?
    • In che momento USTRA è stato coinvolto nella progettazione inoltrata alla Confederazione? Qual è il ruolo dei rappresentanti di USTRA nell’elaborazione della “bozza verde”? USTRA Ticino ha mai segnalato criticità sulla bozza verde elaborata? Se sì, in che forma?
    • Come giudica il Consiglio di Stato le rassicurazioni ricevute da USTRA nel 2019, al momento della pubblicazione del bando di concorso, in merito al non stravolgimento del progetto?
    • Perché solo ora emerge la contrarietà dell’UFAM? Di chi era il compito di coinvolgerlo preventivamente? A quale momento è stato coinvolto?
    • Cosa intende fare il Consiglio di Stato per chiarire le responsabilità?
    • Malgrado pensar male sia un peccato, parrebbe quasi che questi inciampi e lungaggini siano un modo per rinviare o – ancor peggio – far franare un progetto di ben 1,5 miliardi – che forse qualcuno a Berna non intende davvero spendere nell’ambito del FOSTRA. Il Consiglio di Stato è convinto della volontà e della disponibilità delle autorità federali? Intende il Governo – d’intesa con la Deputazione ticinese alle Camere – adottare una strategia di promozione degli interessi del Cantone (come fatto per il completamento del San Gottardo)?
    • Sembrerebbe che, per lo svincolo a Quartino e del ponte sul fiume Ticino, si parli di pochissimi metri in eccedenza rispetto alle normative richiamate dall’UFAM. Il Consiglio di Stato condivide il fatto che stiamo sconfinando nell’ideologismo pianificatorio e ambientale, peraltro portando a soluzioni che sacrificano più territorio? Sulla bilancia degli interessi in gioco e della difficilissima ricerca di una soluzione condivisa sul tracciato, ritiene comprensibile e giustificabile questa opposizione da parte delle autorità federali?
    • Vista la dilatazione delle tempistiche, il Consiglio di Stato quando ritiene realistica la presentazione del progetto al Consiglio federale da parte dell’USTRA?
    • Quanto alle misure transitorie, corrisponde al vero che USTRA intende riproporre la soluzione dei semafori, approvata dal Gran Consiglio ma respinta dal popolo? Se sì, quale è l’opinione del Governo cantonale al proposito? Non c’è il rischio di cristallizzare con un cerotto la situazione attuale a scapito di una vera opera infrastrutturale? Poiché la situazione attuale non è per nulla soddisfacente, il Consiglio di Stato intende farsi portavoce verso USTRA per approfondire soluzioni alternative sull’esempio di quanto fatto alla rotonda di Quartino?
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