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CANTONEPamini o Galeazzi? Il "listone" Lega-UDC si chiude stasera

10.11.22 - 11:40
Il presidente di AreaLiberale e il municipale luganese per l'ultimo slot. In che "ruolo" si vedono? A loro la parola
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Paolo Pamini (a sinistra) e Tiziano Galeazzi (a destra).
Paolo Pamini (a sinistra) e Tiziano Galeazzi (a destra).
Pamini o Galeazzi? Il "listone" Lega-UDC si chiude stasera
Il presidente di AreaLiberale e il municipale luganese per l'ultimo slot. In che "ruolo" si vedono? A loro la parola
E sul "fattore Lugano" nelle liste per il Governo, la riflessione del sindaco Michele Foletti: «Il ruolo della città un po' sottovalutato. Credo che in ogni partito andrebbe fatta una valutazione».

LUGANO - Una casella ancora da riempire. Due nomi, quelli di Paolo Pamini e Tiziano Galeazzi, che hanno dato la propria disponibilità per completare la lista d'area Lega-UDC. La scelta - che sarà ufficializzata questa sera dalla direttiva cantonale democentrista - chiuderà un "ticket" dall'elevato peso specifico (i nomi sono quelli dei consiglieri di Stato uscenti Norman Gobbi e Claudio Zali, del presidente dell'UDC cantonale Piero Marchesi e del capogruppo leghista in Gran Consiglio Boris Bignasca). Che "ruolo" potrà avere quindi il quinto del listone? Lo abbiamo chiesto ai due interessati.

Pamini: «Una presenza profilata su finanza e fiscalità»
«La motivazione è proprio quella di portare acqua alla lista di centrodestra, a valle di quattro anni di ottima collaborazione», spiega Pamini, che già nella tornata delle Cantonali 2015 era stato candidato al Consiglio di Stato. E sulla questione del ruolo, il presidente di AreaLiberale fa un discorso a sfondo tematico. «Il mio ruolo, se il comitato vorrà avermi in lista, sarà nell'ambito fiscale e in quello finanziario, oltre a quello scolastico. Le mie grandi aree tematiche sono in sostanza quelle». Aree che all'interno dell'attuale lista hanno un minore risalto. E «dato che gli altri nomi sono meno profilati in materia di finanza pubblica e fiscalità, penso che potrei dare nei dibattiti un buon contributo su quei temi di cui mi sono potuto occupare in prima persona. Dal risanamento della cassa pensione alle proposte di riforma fiscale».

Data le forze che la lista mette in campo «non mi illudo di riuscire a scavalcare due consiglieri di Stato uscenti, un capogruppo e un presidente di partito. Quindi la mia sarebbe una presenza di plotone. Per aiutare ma anche per spiegare all'elettorato tutto quello che abbiamo fatto, dati alla mano. Se mi dovessero accettare potrei essere quindi il candidato che nei dibattiti andrebbe a coprire i temi del DFE. Lì mi sentirei a mio agio. Fermo restando che prima ci si dovrà mettere d'accordo tra i cinque candidati sul chi e il dove». E, in ottica puramente democentrista, Pamini è coinvolto anche nel "duello" annunciato tra Zali e Marchesi, dato che un'elezione di quest'ultimo aprirebbe al deputato UDC le porte del Consiglio Nazionale, in quanto primo subentrante della lista.

Galeazzi: «Porterei una sensibilità a 360 gradi sui temi»
Galeazzi parte da una premessa. «L'area di centrodestra è molto competitiva. E questo, che il nome sia il mio o quello di Pamini, o di un terzo all'ultimo minuto, non cambierà. Perché l'importante è che il quintetto riesca a portare voti di scheda. E questo lo si fa in cinque. Non in quattro più uno». Per questo motivo, il municipale di Lugano guarda a una partenza di tutti dagli stessi blocchi. «La classifica sarà fatta il 2 di aprile. Quindi il quinto della lista non deve per forza essere un outsider, uno di accompagnamento e, quindi, già tagliato fuori. Ma uno che partecipa e che fa parte della squadra a tutti gli effetti. Poi, se ci saranno sorprese o meno, lo deciderà la popolazione».

Sul ruolo specifico, prosegue Galeazzi, «per me sarebbe la prima volta in lista per il Consiglio di Stato. E se il nome sarà il mio farò una campagna di concerto sia con il partito che con l'area». I temi? «Dal 2015, con la mia entrata in Gran Consiglio, mi sono occupato di numerose tematiche e non mi sono mai concentrato su una sola area. Ho diversificato la mia attività su numerosi temi. Dall'esercito alle scuole, fino alle microplastiche e la pandemia». Una questione di «sensibilità a 360 gradi», che in questi anni «ha toccato quasi tutti i dipartimenti» del Cantone. E, non da ultimo, c'è il fattore dei comuni e, nella fattispecie, della città di Lugano. E il municipale UDC conferma come mettersi a disposizione «è l'unica possibilità» per portare la voce istituzionale di Palazzo Civico «nella mischia del dibattito politico» delle prossime elezioni cantonali. «Ben consapevoli dei tempi e di ciò che dovremo affrontare, come Cantone e come centri urbani. Mi metto a disposizione anche per questo». Perché «i temi sul tavolo del Consiglio di Stato riguardano molto anche i comuni».

Il "fattore Lugano"
La questione della voce istituzionale di Lugano, o meglio della sua assenza attuale, a Palazzo delle Orsoline è effettivamente un fattore sentito sulle rive del Ceresio. «A Lugano eravamo abituati bene. C'è stato un periodo in cui erano tre i consiglieri di Stato di Lugano» ricorda il sindaco Michele Foletti. Ed «è chiaro che a livello politico il fatto di non contare molto in Consiglio di Stato non ci facilita il lavoro. È normale. E il baricentro delle scelte politiche, che non sono sempre coerenti con una visione economica e sociale, è influenzato anche da scelte elettorali. E questo non aiuta la città di Lugano, nonostante questa sia il motore economico del cantone. Il suo ruolo viene un po' sottovalutato in Consiglio di Stato» e «credo che in ogni partito andrebbe fatta una valutazione sul fatto che la città sia o meno rappresentata in Governo». Per questioni «di sviluppo economico» - un aspetto, aggiunge Foletti, «troppo spesso negletto anche in Gran Consiglio» - e senza dimenticare il ruolo elettorale, dato che «un candidato di Lugano può partire con una base potenziale di elettori di 40mila abitanti che votano».

Quindi, e si fa un passo e più nel campo delle ipotesi, la bilancia tra l'eventualità di un nuovo avvicendamento a Palazzo Civico e l'elezione di un proprio municipale a Bellinzona è molto chiara secondo il sindaco. «Un eventuale avvicendamento sarebbe gestibile senza problemi. Abbiamo un'amministrazione estremamente performante. L'importante è che la città possa contare un po' di più a livello di Consiglio di Stato. E avere qualche "supporter" in Governo. Non credo che se Tiziano Galeazzi venisse eletto ci potrebbero essere scombussolamenti in Municipio. Al contrario, dei vantaggi per la città nei rapporti con il Consiglio di Stato». E sulle altre liste finora rivelate aggiunge: «So che nella lista del PLR dovrebbero figurare due cittadini di Lugano e questo mi fa molto piacere. Nella lista del PS sono tutti del Sopraceneri. E lo capisco, perché per quello che è il loro elettorato è difficile che trovino qualcuno che proviene dall'economia privata».

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