Ovvero il 55enne democentrista Albert Rösti e la 59enne socialista Elisabeth Baume-Schneider, eletti oggi a Berna
BERNA - Albert Rösti proviene da una famiglia di agricoltori di montagna ed è cresciuto a Kandersteg (BE). Ha seguito una formazione da ingegnere agronomo e ottenuto il dottorato al Politecnico federale di Zurigo (ETH). Dal 2003 al 2006 ha fatto parte dell'esecutivo del canton Berna, nella direzione dell'economia.
Il suo arrivo a Berna è datato 2011 al Consiglio Nazionale nelle fila dell'UDC, partito a cui è rimasto fedele anche malgrado la defezione di amici e colleghi per il PBD.
Alla Camera del Popolo Rösti (55 anni) si è fatto una buona reputazione negli ambiti dell'energia e della salute. Il fatto che sia diventato un peso massimo all'interno del suo gruppo parlamentare ha sorpreso diverse persone, visti i suoi modi di fare pacati in aperto contrasto con quelli forti dell'UDC di Zurigo a marchio Blocher.
La chiave del suo successo, citando gli osservatori di Palazzo Federale, risiederebbe però proprio in questa sua indole: «moderata nei toni ma decisa nell'atto pragmatico». In questo senso è stato uno dei personaggi chiave per l''iniziativa contro l'immigrazione di massa.
Nel 2016 è diventato presidente dell'UDC a livello nazionale, con la sfida delle elezioni del 2019. A titolo personale, è stato rieletto con il miglior risultato cantonale. Un anno dopo, ha dato le dimissioni dalla presidenza.
Rösti ha un'eccellente rete di contatti, anche grazie alla sua attività di consulente nell'ambito economico e politico, in particolare negli ambiti dell'energia, dell'ambiente e dell'agricoltura che lo rendono un lobbista potente e di peso alla Camera. È anche una dei volti della mobilità automobilistica svizzera, essendo presidente di AutoSuisse.
Padre di due figli, è ancora attivo anche nella politica locale bernese.
Elisabeth Baume-Schneider è nota per la sua fibra moralista e militante favore di una società più giusta e fa della difesa delle persone vulnerabili la sua priorità. La giurassiana 59enne si presenta come una persona che lotta per i valori in cui crede.
La neo eletta in Consiglio federale ha una solida esperienza politica: è stata deputata del Parlamento del canton Giura dal 1995 al 2002, poi responsabile del Dipartimento formazione e cultura dal 2003 al 2015, fino al termine dei suoi tre mandati. Durante la sua presidenza del Parlamento nel 2000, è riuscita a conciliare vita politica e famigliare, con la nascita del suo secondo figlio. Fra un dibattito e l'altro, allattava il suo bebè.
Prima di accedere al Consiglio degli Stati, si è presa una pausa dalla vita politica lavorando come direttrice dell'Alta scuola della socialità e della salute a Losanna. È anche vicepresidente del Partito socialista svizzero.
Relativamente poco conosciuta, fino ad oggi, nel panorama politico nazionale, Baume-Schneider viene dalle Franches-Montagnes, una regione rurale nota per la sua creatività culturale e la sua apertura verso l'esterno. La neo eletta si definisce con fierezza una rappresentante delle regioni periferiche.
La cittadina di Breuleux, villaggio di 1'500 anime situato a 1'100 metri di quota, ha sempre voluto incarnare la diversità, che ai suoi occhi costituisce un pregio. Con le sue origine svizzerotedesche, sostiene di rappresentare un ponte fra le regioni linguistiche. Nonostante sia considerata dell'ala sinistra del PS, è anche nota per la sua capacità di compromesso.
Madre di due figli ora adulti, è sempre stata una sostenitrice dell'economia a misura d'uomo. Manifesta inoltre uno spiccato interesse per la politica ambientale e climatica.