Le parole di Lara Ambrosetti-Giudici e le foto di Daniele Maini guidano il lettore in un trekking sui monti ticinesi.
L'esperienza è resa ancora più magica dall'uso della realtà aumentata.
LUGANO - Un percorso dove il cielo sembra a portata di mano, dove le rocce si confondono con le nuvole e nel quale l'uomo è si sente inevitabilmente minuscolo al cospetto della potenza della natura.
È "In cammino sulla Via Alta Idra tra acqua, cielo e stelle", pubblicato da Fontana Edizioni nelle scorse settimane e curato da Daniele Maini (per la parte fotografica) e Lara Ambrosetti-Giudici (per la stesura dei testi). Con Maini abbiamo parlato di come è nato questo volume, a partire da un trekking compiuto nell'estate 2019 da un gruppo di persone. «Aramis Dozio della Rsi mi ha chiesto di partecipare come fotografo, a margine del progetto televisivo. L'idea del libro è nata strada facendo, una delle ultime sere in capanna».
Quanto materiale avevi raccolto?
«Ho fatto una selezione a partire da 8000 fotografie. Ne ho selezionate circa 300, cambiando idea molte volte durante le varie fasi della creazione del volume. Magari una foto non si adattava benissimo al testo e ce n'era una più appropriata, cose così».
Quali soddisfazioni hai colto a livello fotografico?
«Come ho già avuto modo di dire, non sono un professionista ed è stato molto bello trovare tutte le possibili condizioni meteorologiche: il sole, la nebbia, il freddo, il temporale... Ogni situazione ha il suo fascino. Poi una grande varietà di soggetti e abbiamo cercato d'inserire un po' tutto quello che abbiamo incrociato: animali, fiori, piante, laghetti alpini, capanne, rocce...».
La sfida maggiore che hai affrontato?
«Ho seguito la creazione del libro dalla A alla Z ed è stato molto impegnativo. Anche il percorso, della durata di 10 giorni, è stato tosto. Ha comportato il dover superare più volte il gruppo, tornare indietro, aspettare, ripartire... Non dico che ho fatto il doppio della strada, ma quasi... In certi tratti, poi, bisognava prestare particolare attenzione: oltre capire a chi e cosa fare le foto, si doveva guardare dove mettere i piedi!».
Come è nata l'idea di abbinare la realtà aumentata?
«Visto che c'erano tutti i video del programma televisivo - e avendo già incrociato qualcosa di simile a livello pubblicitario - si è pensato di provare. C'è quindi l'app gratuita "Via Alta Idra" che si scarica dai vari store: ci sono tutte le informazioni sul progetto ma soprattutto c'è la possibilità, passando sopra alle foto appositamente contrassegnate, di far partire i video di ogni tappa sullo smartphone (vedi filmato allegato, ndr).
Come si riconoscono le immagini "interattive"?
«C'è un apposito simbolino: basta passarci sopra il telefono e il gioco è fatto».
Cosa si può trovare ancora sul libro?
«Parliamo anche degli alpigiani, di chi vive in montagna. C'è una sezione "Caccia e pesca", dedicata alla fauna che si trova sul percorso. Poi le descrizioni dettagliate delle varie capanne, il percorso, le cartine e i tempi di percorrenza».
Quali sono i numeri della Via Alta Idra?
«La lunghezza è superiore ai 100 chilometri, le tappe sono nove e quasi sempre si cammina sopra i 2000 metri».
Il senso dell'andare in montagna
Nella sua Introduzione, Lara Ambrosetti-Giudici spiega il senso dell'andare in montagna, apprendendo la vita e «seguendo con umiltà le orme di chi ci ha preceduto». L'autrice spiega che «camminando nella fatica si diventa naturalmente più riflessivi, in un'esperienza di verità e di semplicità, che ci permette di esplorare i nostri spazi interiori alla ricerca inesauribile del proprio io e ci interroga sul mistero del divino che caratterizza la nostra storia».
La montagna, prosegue Ambrosetti-Giudici, conta poco rispetto alle città ma ha una caratteristica vincente rispetto agli agglomerati urbani. «Nel tempo del turismo moderno di breve durata, in fondo l'uomo si nutre di facili e immediati stupori che danno rapida assuefazione. E allora la ricerca di momenti di solitudine e la scelta di condurre una vita frugale sono i princìpi che molti di noi ricercano quasi avidamente nella montagna».