Un'operazione regolata fin nei minimi dettagli, quasi da ordinaria amministrazione - salvo l'importanza del bersaglio
BAGHDAD - Un Airbus A320 atterra a Baghdad. A bordo c'è un uomo, il generale iraniano Qassem Soleimani, che di lì a poco verrà ucciso.
La Nbc ha ricostruito gli avvenimenti del 3 gennaio sulla base di dichiarazioni rilasciate da due fonti direttamente a conoscenza dei dettagli dell'operazione, più altre persone attive negli apparati militari e di intelligence statunitensi che ne sono stati informati.
Prima di far levare in volo tre droni, ciascuno armato con quattro missili Hellfire, gli Usa hanno avuto conferma da informatori attivi all'aeroporto della capitale siriana Damasco della partenza di Soleimani per l'Iraq. Dettagli confermati dai servizi segreti di Israele.
Come fosse una puntata della fortunata serie tv "Homeland", svariati ufficiali americani hanno assistito sui monitor al benvenuto ricevuto da Soleimani da parte di un leader della milizia irachena. Era notte fonda, così le immagini all'infrarosso non permettevano di riconoscere con chiarezza i volti, ma non c'era nessun dubbio che quello fosse il capo della Niru-ye Qods, unità d'èlite delle Guardie rivoluzionarie. Le stesse immagini erano viste in quei momenti dalla direttrice della Cia Gina Haspel a Langley e dal segretario alla Difesa Mark Esper a Washington. Anche Donald Trump le avrebbe potute vedere, se fosse stato alla Casa Bianca e non nel suo resort in Florida.
Soleimani è quindi salito in auto e ha lasciato l'aeroporto, immettendosi nello scarso traffico delle strade della capitale irachena. I droni, comandati dalla centrale operativa in Qatar, hanno seguito il veicolo e, al momento stabilito, hanno aperto il fuoco. Quattro missili hanno colpito il bersaglio, non lasciando sopravvissuti sul terreno.
Si è trattata, sottolinea la Nbc, di un'operazione di routine nelle sue modalità. Ma quello che è notevole, invece, è come queste operazioni letali chirurgiche siano diventate "ordinaria amministrazione".