La presidente della Commissione UE ha parlato di asilo, ripresa e Russia in un'intervista con Repubblica.
ROMA - «È interesse di tutti i governi trovare un approccio europeo sulle migrazioni umano ed efficace, penso che ogni Stato membro possa sottoscriverlo». Così la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in un'intervista rilasciata al quotidiano italiano la Repubblica sulla proposta di riforma dei flussi dei migranti.
«Presenteremo una proposta che sarà più completa, più europea e conterrà nuove regole su asilo, integrazione, rimpatri e gestione dei confini - osserva - il principio alla base della riforma è il ribilanciamento tra solidarietà e responsabilità, la condivisione degli oneri su tutta la catena migratoria. Daremo una risposta completa ai flussi». Inoltre chiede ai governi più rapidità sulle sanzioni attraverso una "norma Magnitski" europea.
Sul Piano per la ripresa: «I governi dovranno rispettare le priorità legate alla transizione climatica e a quella digitale e inoltre dovranno guardare alle raccomandazioni del semestre europeo che per alcuni Stati membri sono legate anche alle tasse e al costo del lavoro. Questa combinazione tra investimenti e riforme garantisce di modernizzare l'economia».
Dopo l'avvelenamento di Navalny, l'Europa dovrebbe cambiare strategia verso la Russia in particolare su Nord Stream 2? «Per lungo tempo l'approccio su questo tema è stato puramente economico. Penso invece sia anche politico. Il comportamento della Russia non è cambiato in meglio, ma in peggio. Quindi la speranza che attraverso il gasdotto e il commercio le relazioni con Mosca potessero migliorare è svanita. Le relazioni con la Russia non cambiano grazie a un gasdotto, dobbiamo prenderne atto. Dobbiamo includere questa considerazione nel nostro approccio complessivo sulle relazioni con la Russia».
«L'Europa è forte quando è unita e in politica estera è cruciale avere una reazione netta nei momenti di crisi - rileva - per questa ragione proporremo di dare più flessibilità alla commissione nel portare avanti le sanzioni nei casi di violazioni dei diritti umani. Apprezzerei molto se gli Stati membri concordassero di decidere sui temi cruciali di politica estera a maggioranza qualificata. Aumenterebbe tantissimo la nostra credibilità».