La vicepresidente eletta attacca l'ultimo tentativo del presidente di ribaltare il risultato delle elezioni.
WASHINGTON - «È un insolente, sfrontato abuso di potere da parte del presidente degli Stati Uniti»: così la vicepresidente eletta americana, Kamala Harris, ha commentato le pressioni e le minacce esercitate da Donald Trump sul segretario di Stato della Georgia nel corso di una lunga telefonata allo scopo di ribaltare la vittoria di Joe Biden. Harris si trova proprio nello Stato del sud per sostenere i candidati democratici nei due ballottaggi al Senato di domani.
Reazioni sdegnate sono giunte più in generale da tutto il campo democratico. «Il disprezzo di Trump per la democrazia è messo a nudo», ha commentato il deputato Adam Schiff, mentre la sua collega Debbie Wasserman Schultz ha denunciato l'atto di «un presidente disperato e corrotto».
Preoccupazioni anche tra i repubblicani: «È insopportabile, non potete fare questo con la coscienza tranquilla», ha twittato la deputata Adam Kinzinger chiedendo ai suoi compagni di partito di non seguire il presidente in questa crociata.
Anche i media criticano - Anche nei media si levano critiche. «Da impeachment. Probabilmente illegale. È un colpo di Stato», è il titolo di un editoriale del Washington Post. Secondo Jennifer Rubin, con il suo comportamento il presidente potrebbe aver violato la legge federale per estorsione e per aver sollecitato un dirigente elettorale a cambiare il conteggio dei voti, nonché la legge statale (in tal caso Trump non potrebbe ricevere la grazia).
«Deve esserci una risposta - scrive - a un presidente che sfrutta la sua carica allo scopo di rovesciare l'esito di un'elezione. La prova è nella registrazione. Il prossimo ministro della giustizia dovrebbe procedere, se non altro per impedire ulteriori tentativi come questa riprovevole condotta».
Il Post ha ottenuto la registrazione della lunga telefonata (circa un'ora), nella quale il presidente degli Stati Uniti alterna rimproveri, lusinghe, preghiere e minacce di vaghe conseguenze nel caso in cui il segretario di Stato della Georgia, il repubblicano Brad Raffensperger, rifiuti di perseguire le sue accuse (infondate) di brogli, ammonendolo a un certo punto che si sta assumendo «un grande rischio».
Rubin suggerisce anche l'impeachment, che potrebbe includere il divieto di cariche pubbliche in futuro, «ma - spiega - sappiamo già che i repubblicani difenderanno qualsiasi cosa Trump faccia».
Anche gli esperti contattati dal New York Times ritengono che Trump con la sua telefonata possa aver violato le leggi che proibiscono interferenze nelle elezioni statali e federali, ma pensano che sia difficile incriminarlo. La natura tortuosa del colloquio e il fatto che il presidente non abbia fatto alcun apparente tentativo di cancellare le sue azioni mentre altre persone ascoltavano la telefonata potrebbe consentire a Trump di argomentare che non intendeva violare la legge o che ignorava l'esistenza di leggi che vietassero questa iniziativa, secondo il giornale.
Inoltre, aggiunge, la legge federale molto probabilmente richiederebbe di provare che il presidente sapeva di sollecitare il segretario di Stato della Georgia a cambiare fraudolentemente il voto. In ogni caso i democratici al Congresso hanno preannunciato che esamineranno le implicazioni legali della telefonata.