Le insolite temperature delle acque favoriscono lo sviluppo dei Medicane, delle tempeste tropicali simili a uragani.
In autunno questi fenomeni sprigionano tempeste molto violente. Nel 2020 in Grecia, il Medicane Ianos aveva causato ingenti danni e provocato la morte di quattro persone.
ROMA - L'acqua dei mari è sempre più calda. Nel Mar Mediterraneo le temperature registrate superano la soglia dei 30 gradi. «Siamo preoccupati, solitamente in questo periodo dell’anno ci sono almeno due o tre gradi in meno» ha commentato il meteorologo Claudio Tei, rappresentante del Consiglio nazionale delle ricerche.
Questi dati non sono di buon auspicio. La ragione è presto detta. Con una temperatura dell’acqua di 26 o 27 gradi nel Mar Mediterraneo, il rischio che si sviluppano i cosiddetti Medicane, fenomeni simili a uragani, è molto elevato. I fenomeni che stiamo osservando, sono le condizioni ideali per la formazione di questi cicloni.
Ma cosa sono esattamente i Medicane? Un Medicane è un ciclone tropicale del Mediterraneo. L'etimologia stessa del termine riflette il suo significato. La parola Medicane è composta dai termini inglesi “Mediterranean” e “hurricane”, che significa uragano. Gli esperti paragonano il ciclone Medicane a un uragano di categoria uno con venti da circa 119 km/h che possono causare qualche danno.
Ma come si formano? - «I Medicane sono in realtà aree a bassa pressione, come quelle che vediamo spesso sulle nostre mappe meteorologiche», afferma il meteorologo Michael Eichmann di Meteonews. La differenza tra i cicloni tropicali e quelle normali è dove ottengono la loro spinta con la quali si formano. «Per poter crescere e spostarsi i cicloni hanno bisogno di energia. Le tempeste tropicali recuperano la forza necessaria dalle acque superficiali dei mari, quando queste raggiungono temperature elevate.» Le depressioni atmosferiche normali, invece, sono causati dalle differenze di temperatura negli strati d'aria. I Medicane per svilupparsi necessitano di entrambe queste due condizioni: una temperatura dell'acqua di almeno 26-27 gradi, «in modo che possano trarre sufficiente energia dal mare» e una grande differenza di temperatura tra terra e acqua, ha sottolineato il meteorologo.
La differenza con gli uragani - I Medicane, malgrado la similitudine con gli uragani, presentano alcune importanti differenze.Gli uragani mediterranei traggono la loro energia esclusivamente dalla calda acqua di mare: «La volatilizzazione e la successiva condensazione rilasciano energia nell'atmosfera, il vapore acqueo agisce come una specie di batteria», spiega il meteorologo Klaus Marquardt. La condizione fondamentale è una temperatura dell'acqua di 26 o 27 gradi in superficie. Il Medicane invece viene spinto anche dalla differenza di temperatura tra il mare e la terra.
I Medicane e gli uragani differiscono anche in termini di dimensioni. Mentre gli uragani possono avere un diametro fino a 1500 chilometri, i Medicane di solito hanno un massimo di 300 chilometri. Inoltre, di solito sono di breve durata e si consumano dopo uno o due giorni. La vita degli uragani invece può continuare fino a dieci giorni. «L'uragano ha un ampio bacino e assorbe costantemente energia», spiega Eichmann. «I Medicane non possono farlo perché il Mar Mediterraneo è troppo piccolo». Si esauriscono rapidamente e quindi non causano molti danni, afferma il meteorologo. «Non portano a una distruzione totale, ma sono comunque pericolosi a causa delle forti precipitazioni».
L’autunno la stagione preferita - «I Medicane compaiono principalmente in autunno perché è la stagione in cui le temperature delle acque sono più elevate», spiega Eichmann. Il mare, secondo il meteorologo, tra settembre e ottobre ha raggiunto il massimo del riscaldamento dopo i mesi estivi e non ha ancora iniziato il graduale raffreddamento.
A causa delle alte temperature dell'acqua, quest'anno i rischi sono molto concreti. «Fenomeni di questo genere diventeranno sicuramente più frequenti visto la tendenza al riscaldamento delle acque», afferma Eichmann.
Tra la comunità scientifica però non tutti la pensano in questo modo. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, i Medicane potrebbero persino diventare più rari a lungo termine. Anche i ricercatori guidati da Juan González-Alemán dell'Università di Castilla-La Mancha giungono alla conclusione che i Medicane si svilupperanno meno frequentemente in futuro. L’argomento principale è la progressiva diminuzione della differenza di temperatura tra nord e sud. Il Mediterraneo intanto continua a scaldarsi. Questo significa che se si dovesse formare un Medicane questo autunno, gli esperti suggeriscono che la sua intensità sarà maggiore rispetto agli anni precedenti.