Parla l'autore, un estremista islamico, dell'attentato fallito ai danni dell'ex premier pakistano Imran Khan.
ISLAMABAD - L'uomo che ieri ha tentato di uccidere Imran Khan ha confessato di averlo fatto perché l'ex primo ministro pachistano aveva rivendicato «a profezia paragonandosi ai profeti». L'uomo, identificato come Naveed, ha aggiunto: «Sono triste che sia sopravvissuto; il mio obiettivo non è stato raggiunto», sottolineando che «il Profeta era Maometto e Allah dice che nessun altro profeta verrà al mondo».
Ieri Naveed - residente nella zona di Wazirabad, in Punjab, dove è avvenuto l'attentato - aveva detto che Khan stava ingannando il pubblico. L'uomo ha spiegato che aveva con sé 26 proiettili (di cui ne ha sparati otto) e che ha acquistato la sua pistola da 9 mm per 20'000 rupie (circa 250 euro).
L'attentatore ha anche ammesso di aver ascoltato le lezioni dello studioso religioso pachistano Israr Ahmed e di avere sul suo cellulare una grande quantità di video dei sermoni del capo del partito estremista Tehreek Labbaik Pakistan (Tlp), Saad Rizvi.