Ora, almeno 60 di loro dovranno ratificarlo affinché entri in vigore - si spera - nel 2025
NEW YORK - È cominciato il processo di segnature al Trattato dell'Alto Mare adottato dall'Onu lo scorso giugno - dopo 15 anni di discussioni. Mercoledì ben 67 Paesi, tra cui gli Stati Uniti, la Cina, l'Australia, il Regno Unito, la Francia e il Messico hanno apposto il proprio timbro al documento. Ora dovranno tutte cominciare un processo di ratifica e solo se 60 di queste lo porteranno a termine, il Trattato potrà entrare in vigore a una distanza di 120 giorni dal completamento delle procedure.
Il documento è stato studiato perché si definiscano delle basi giuridiche atte a proteggere quella porzione di acqua che non si trova entro 200 miglia nautiche (370 chilometri) dalle coste e il cui controllo non ricade quindi sulle singole giurisdizioni.
Si guarda al 2025 - Secondo quanto riportato da Afp, il direttore esecutivo ad interim di Greenpeace international Mads Christensen ha manifestato la speranza che il Trattato possa entrare in vigore nel 2025, ossia quando si terrà la prossima conferenza delle Nazioni Unite dedicata agli oceani in Francia.
«Abbiamo meno di sette anni - ha aggiunto - per proteggere il 30% degli oceani».