La missione ha il compito raccogliere dati relativi all'impatto della precedente missione Dart, a collaborare anche due svizzeri
CAPE CANAVERAL - Nonostante la minaccia dell'uragano Milton, è partita da Cape Canaveral la prima missione europea di difesa planetaria, Hera.
Alla missione partecipano anche Martin Jutzi, dell'Università di Berna, e l'astrofisica Sabina Raducan.
Lanciata con un razzo Falcon 9 di SpaceX, la missione dell'Agenzia spaziale europea tornerà nell'orbita di Marte a far visita - entro il 2026 - al sistema di asteroidi binari Didymos, colpito due anni fa dalla missione Dart della Nasa: l'obiettivo è indagare le conseguenze dell'impatto, per fornire informazioni preziose nel caso in cui si renda davvero necessario deviare un asteroide in rotta di collisione con la Terra.
Gli scienziati bernesi hanno sviluppato un modello che simula l'impatto della sonda della NASA: secondo i loro risultati, pubblicati lo scorso febbraio, Dart non solo ha causato un cratere, ma ha anche deformato completamente l'asteroide. Il team di ricerca conta sulle misurazioni della missione Hera per perfezionare le proprie conclusioni.
«La missione aiuta a capire come un asteroide in rotta di collisione con la Terra possa essere deviato», ha dichiarato all'agenzia di stampa Keystone-ATS Martin Jutzi dell'Università di Berna, coinvolto nella missione, prima del lancio.