Stamattina i familiari hanno ricordato le 176 vittime
TEHERAN - Dopo un anno, l'Iran ha annunciato oggi di avere concluso l'inchiesta sul Boeing ucraino abbattuto a Teheran da missili delle Guardie della rivoluzione (Pasdaran), ribadendo che si è trattato di «un errore umano». Lo ha detto il procuratore militare di Teheran, Gholamabbas Torki.
L'inchiesta sull'abbattimento, che provocò 176 morti, in gran parte iraniani, è stata compiuta dall'Organizzazione statale per l'aviazione e dalle forze armate.
«Visto che il sistema di difesa era in stato di limitazione riguardo al lancio di attacchi, il comandante dell'unità per la difesa aerea e l'operatore non erano autorizzati a lanciare missili. C'è stato un disallineamento radar in direzione nord e hanno visto un oggetto volante che si allontanava dalla pista, scambiando quindi l'aerea per un obiettivo ostile», ha spiegato Torki.
«D'altro canto, non sono riusciti a contattare il comando del sistema di difesa per l'assenza della rete di connessione, e alla fine l'operatore ha deciso personalmente di sparare. Tra le persone accusate di imprudenza e violazione delle regole - ha aggiunto il procuratore - solo una è in carcere, mentre le altre sono state rilasciate su cauzione in attesa di processo davanti a un tribunale militare e sono state licenziate o degradate».
La commemorazione delle vittime - Alcuni familiari iraniani delle 176 vittime hanno organizzato stamani una cerimonia di commemorazione nel sito in cui sono precipitati i resti del Boeing 737 alle 06.19 locali, l'ora esatta in cui l'aereo venne distrutto lo scorso 8 gennaio (che nel calendario persiano corrisponde quest'anno al 7 gennaio).
I familiari hanno lasciato corone di fiori in una zona recintata a Shahedshahr, a ovest di Teheran, collegati in diretta con le famiglie di altre vittime iraniano-canadesi, impegnate contemporaneamente in una commemorazione in Canada, chiedendo a Teheran di rendere noti e punire i responsabili.
Oltre a 82 passeggeri iraniani, nel disastro ci furono vittime di Canada, Svezia, Gran Bretagna, Ucraina e Afghanistan. Secondo le autorità della Repubblica islamica, il jet è stato abbattuto «per errore» dalla contraerea dei Pasdaran, che si trovava in stato di massima allerta dopo la rappresaglia compiuta contro basi americane in Iraq per l'uccisione del generale Qassem Soleimani nel raid di un drone Usa a Baghdad.
Ieri gli stessi Pasdaran hanno attribuito la responsabilità morale dell'accaduto agli Stati Uniti.