Quasi mille gli arrivi a bordo di 23 imbarcazioni provenienti dalla Tunisia e dalla Libia
LAMPEDUSA - Non si fermano gli sbarchi di profughi all'isola di Lampedusa, nell'Italia meridionale: 23 dalla mezzanotte con 932 arrivi e l'hotspot di Contrada Imbriacola in sofferenza con oltre 1900 ospiti a fronte di una capienza massima di 350.
E la polemica politica si riaccende con il leader della Lega Matteo Salvini che parla di «record di arrivi rispetto a tutti gli ultimi anni». «Non c'entrano i russi, cinesi, turchi, c'entra un nord Africa abbandonato a sé stesso e una politica italiana a guida Pd (Partito democratico, centro sinistra) e (della ministra degli interni Luciana) Lamorgese assolutamente assente, se non complice», dice.
Mentre per la capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, «la legge Bossi-Fini sull'immigrazione va profondamente cambiata, altrimenti continueremo ad essere un territorio su cui arrivano immigrati irregolari». Di parere opposto la presidente dei senatori di Forza Italia (Fi), Anna Maria Bernini, che chiede un «rafforzamento delle norme di contrasto all'immigrazione irregolare, perché spetta ai governi italiani, non certo agli scafisti o alle Ong, decidere quanti e quali migranti possono entrare dentro i nostri confini, e a questo servono i decreti flussi».
Le polemiche sono alimentate dai numeri degli sbarchi. Durante la notte sulla maggiore delle isole delle Pelagie sono approdati, con dieci diversi barconi, complessivamente 580 profughi. Tre gli sbarchi autonomi. 43 bengalesi, eritrei ed egiziani sono giunti direttamente al molo commerciale, altri 45 egiziani a molo Madonnina; altri 68 sono invece sbarcati in contrada Madonna nei pressi del santuario.
A bloccare i primi due gruppi sono stati i militari della Guardia di finanza, i 68 sono stati intercettati e fermati dai carabinieri. Fra i gruppi soccorsi, su un barchino di sei metri, assieme a 24 tunisini e un cane.
Due i fronti aperti dai quali continuano a salpare, verso la Sicilia, le imbarcazioni cariche di profughi: quello tunisino e quello libico. I dieci natanti - con un minimo di undici e un massimo di 117 passeggeri - giunti a partire da mezzanotte a Lampedusa, sono salpati da Mahdia, Sidimansour, Zazis in Tunisia e da Zouara, Zawia, Zuwara, Zebrata, Saborata, Zaira in Libia.
Secondo il racconto dei profughi, il viaggio verso le coste siciliane sarebbe costato da 15'000 a 20'000 dinari libici (da 2950 a 3934 franchi) a testa. In giornata altri 161 profughi, su sette barchini, sono stati intercettati fra tre e un miglio dalla costa di Lampedusa. La motovedetta Rv2170 dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) ha bloccato un barchino di cinque metri con 16 tunisini, mentre quelle della Guardia di finanza hanno soccorso, al largo di Capo Ponente, 23 persone in fuga da Camerun, Guinea, Costa d'Avorio, Burkina Faso e Mali e nove tunisini. Altri undici sbarchi, nel pomeriggio con 306 persone approdate a Lampedusa.
Al collasso l'hotspot con oltre 1900 ospiti a fronte di una capienza massima di 350. La struttura di Contrada Imbriacola resta dunque in ginocchio, nonostante la notte scorsa in 351 siano stati imbarcati sulla nave Diciotti della Guardia costiera che sta viaggiando verso Porto Empedocle (Sicilia). La prefettura di Agrigento (Sicilia), d'intesa con il ministero dell'interno, ha già disposto l'ulteriore imbarco di altre 350 persone sul traghetto Pietro Novelli che andrà a Mazara del Vallo (Sicilia).