Nel pomeriggio la svolta sulla strage: padre, madre e fratellino del primogenito erano stati rinvenuti privi di vita nella notte.
MILANO - Quasi un'intera famiglia sterminata: la svolta arriva nel pomeriggio. Avrebbe infatti confessato il 17enne che inizialmente aveva detto di aver ucciso il padre questa notte (sabato su domenica). In prima battuta il ragazzo aveva infatti raccontato agli inquirenti di aver scorto, tra l'una e le due di notte, nella camera del fratellino, il padre seduto su una sedia con accanto il coltello e i corpi dei suoi familiari. A questo punto - sempre secondo il primogenito - aveva detto di aver preso l'arma e pugnalato il genitore.
Ma nel pomeriggio la svolta. Come anticipato dal Corriere della Sera, dopo alcune ore in caserma, è arrivata la confessione shock del teenager: «Ho ucciso papà, mamma e mio fratello». Primo a perdere la vita sarebbe stato il piccolo di casa, 12 anni, aggredito con un coltello. Poi la mattanza sarebbe continuata con le stesse modalità, nei confronti della madre e infine del padre. Ignoto al momento il movente di tanta inspiegabile crudeltà.
Ma le indagini, coordinate dalla procura di Monza, continuano e il racconto del superstite, che non presentava ferite, è sempre al vaglio degli investigatori, in attesa di ulteriori riconferme. Quel che è certo è che di una famiglia benestante, in apparenza normale e che viveva accanto ai genitori e al fratello del padre rimasto ucciso, non resta più nulla.
Cosa è accaduto - Tre cadaveri in una villetta monofamiliare e un 17enne che chiama il numero di emergenza: «Ho ucciso mio papà, venite». È accaduto nella notte tra sabato e domenica a Paderno Dugnano, nell'hinterland Nord di Milano. Dopo la drammatica telefonata, i sanitari - a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione - e i carabinieri del comando provinciale di Milano trovano, davanti a loro, una famiglia, con indosso l'abbigliamento da notte, quasi completamente sterminata, a coltellate. Morti dunque il padre (imprenditore edile di 51 anni), la madre (negoziante di 49) e il fratellino di 12 anni. Unico superstite dunque è il primogenito 17enne, che ha dato l'allarme e che è stato poi accompagnato in caserma per essere ascoltato fino alla confessione. Era stata invece trovata in precedenza l'arma del delitto, come racconta un giovane testimone, nonché vicino di casa: il coltello era in strada «vicino al cancelletto, lì per terra».