Dal rammarico dell'Europa alle contromisure che saranno adottate da Giappone e Brasile
WASHINGTON - L'annuncio da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che imporrà dalla settimana prossima dazi aggiuntivi del 25% sulle autovetture importate negli Stati Uniti, sta scuotendo tutto il mondo.
Il rammarico Ue - «Mi rammarico profondamente per la decisione degli Stati Uniti di imporre tariffe sulle esportazioni automobilistiche dell'Ue» ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «Le tariffe sono tasse: dannose per le aziende, peggiori per i consumatori, negli Stati Uniti e nell'Ue. L'Ue continuerà a cercare soluzioni negoziate, salvaguardando al contempo i propri interessi economici», ha aggiunto.
«In quanto grande potenza commerciale e forte comunità di 27 Stati membri, proteggeremo congiuntamente i nostri lavoratori, le imprese e i consumatori in tutta l'Europa», ha aggiunto von der Leyen.
«Un attacco diretto» - I dazi degli Stati Uniti sulle auto importate rappresentano un «attacco diretto». Lo ha affermato il primo ministro canadese Mark Carney.
Il Giappone studia «contromisure adeguate» - L'applicazione dei dazi decisa dall'amministrazione Trump è «estremamente spiacevole» e potrebbe avere un «grande impatto sui legami economici bilaterali con il Giappone, sull'economia globale e sul sistema commerciale multilaterale». Lo ha ribadito il portavoce del governo nipponico Yoshimasa Hayashi, sulla scia di quanto già affermato dal premier Shigeru Ishiba, che ha parlato di possibili «contromisure appropriate» e comunque della valutazione di «tutte le opzioni disponibili».
Secondo le stime del National Graduate Institute for Policy Studies (Grips), un ente governativo nipponico, tariffe del 25% sulle importazioni dal Messico e dal Canada ridurrebbero le esportazioni annuali di auto giapponesi del Messico verso gli Stati Uniti di 65,5 miliardi di dollari, e quelle del Canada di 43,3 miliardi di dollari.
Durante una recente visita a Washington, Ishiba aveva chiesto che il Paese fosse esentato dai dazi sulle auto, citando gli investimenti dei maggiori produttori di auto negli Stati Uniti, ma gli sforzi per ottenere un trattamento preferenziale sono stati apparentemente vani, fa notare la stampa nipponica. Il comparto ha contribuito a circa un terzo dei 21,300 miliardi di yen, equivalenti a 132 miliardi di euro, di esportazioni giapponesi verso gli Stati Uniti nel 2024.
Crollano i titoli automobilistici a Tokyo - Intanto la reazione sul mercato non si è fatta attendere: all'apertura delle contrattazioni alla Borsa di Tokyo, il titolo della Toyota ha segnato un meno 3,7%, Honda e Nissan hanno lasciato sul terreno oltre il 3% e la Mitsubishi quasi il 4%.
Il Brasile «non può stare fermo» - Il Brasile «non può stare fermo», ha dichiarato da Tokyo - dove è in visita di Stato - il presidente Luiz Inacio Lula da Silva. Lula ha detto ai giornalisti che il suo Paese non rimarrà a guardare alle tariffe commerciali introdotte dal presidente statunitense Donald Trump.
«Non possiamo restare fermi credendo che solo loro abbiano ragione e che solo loro possano tassare altri prodotti», ha precisato Lula aggiungendo che «saranno prese misure adeguare nell'ottica di un esito positivo per il Brasile».