Il settore è in seria difficoltà: «L'unica certezza sono le perdite»
ROMA - Sono crollate del 50% le presenze nei parchi di divertimento italiani, nel primo fine settimana di obbligo di presentazione del Green Pass. È stata l’Associazione Parchi Permanenti Italiani a fare il punto della situazione.
Il calo, secondo il presidente Giuseppe Ira, «dipende dal fatto che i parchi si rivolgono prevalentemente ai teenager, fascia della popolazione tra le meno vaccinate in assoluto». Il manager, che dirige Leolandia in Lombardia, spiega di non essere contrario di principio alla presentazione della certificazione Covid e punta a rendere il parco Covid-Free in autunno, si legge sul Corriere della Sera. «I tempi però non sono ancora maturi: non ci sono abbastanza vaccinati tra i giovani e, soprattutto, sufficienti dosi di vaccino per rispondere alla domanda».
Prima della pandemia il settore contava circa 230 parchi permanenti in tutta Italia, che venivano visitati da quasi 22 milioni di persone e generavano un giro d'affari di 450 milioni di euro nella sola vendita dei biglietti. Oggi, però, la situazione è drammatica: «Molti parchi sono sull’orlo del fallimento nella pressoché totale indifferenza delle istituzioni. Se il trend sarà confermato, le imprese saranno costrette a sospendere la stagione, licenziando migliaia di lavoratori». Bisognerebbe seguire appieno il modello francese, aggiunge Ira: «L’età minima per presentare il Green Pass è stata alzata a 18 anni e, soprattutto, in autunno sono già previsti ristori pari all’80% delle perdite subìte per le aziende più danneggiate dal provvedimento». In Italia, invece, «l'unica certezza sono le perdite».