Lo indica uno studio commissionato dal gruppo Coop
BASILEA - Il 27% percento dei consumatori svizzeri è alternariano, cioè consuma più volte al mese prodotti sostitutivi a base vegetale che riproducono fedelmente gli originali di produzione animale (carne, latte, formaggio).
È quanto emerge dal rapporto Plant Based Food Report 2022, pubblicato oggi da Coop. Si tratta di un sondaggio condotto su un campione di 2'200 persone, provenienti da tre regioni linguistiche elvetiche.
Ci sono anche differenze sulla base dell'età, del luogo di domicilio e del sesso: tra le giovani donne che vivono in città e nella Svizzera tedesca la percentuale di coloro che consuma spesso alternative alla carne sale oltre il 30%. È invece più bassa (attorno al 17%) tra gli over 60.
In generale, il grande distributore sottolinea che «l'importanza del consumo di alternative vegetali continua a crescere in Svizzera». In ogni caso, il 41% della popolazione svizzera beve quotidianamente latte, il 22% mangia ogni giorno formaggio e il 12% consuma quotidianamente carne.
Dove vanno di più? Nella classifica dei comuni in cui si acquistano più alternative alla carne, al latte e al formaggio, 14 sui primi 15 posti sono occupati da località in cui si parla tedesco. Dove se ne acquistano meno, invece? Nei cantoni di Giura, Neuchâtel, Uri e Appenzello. Il Ticino è all'incirca nella media.
Il motivo dietro alla scelta di acquistare maggiori alternative alla carne riguarda la tutela dell'ambiente, hanno riferito la maggioranza degli interpellati. La seconda motivazione sottolineata da più persone riguarda invece una dieta più salutare. Dato curioso: in Ticino viene citata più volte la salute rispetto all'ambiente, un dato controcorrente rispetto al resto del Paese.
Un trend che crescerà ancora? La tendenza verso i sostituti a base vegetale come il latte d'avena o le novità come le fondute vegane continua: la percentuale di coloro che consumano sostituti a base vegetale da due o tre anni è aumentata di sei punti percentuali rispetto all'anno precedente. Il 40% di tutti gli intervistati crede che tra cinque anni consumerà alternative a base vegetale più frequentemente di quanto non faccia oggi.