La rete di filiali diverrà un'azienda indipendente, con un conseguente aumento dei posti di lavoro in tutte le regioni
BERNA - La Posta vuole scorporare la sua rete di filiali in un'azienda indipendente, una società anonima che si aprirà anche a terzi: il numero degli uffici gestiti in proprio sarà "stabilizzato" a 800. I servizi nel settore delle lettere e dei pacchi confluiranno in un'unica unità operativa.
La nuova strategia - all'insegna del motto «Posta di domani» - è stata presentata oggi a Berna. «Vogliamo essere al servizio della popolazione e dell'economia svizzera anche in futuro», afferma il Presidente del consiglio di amministrazione Urs Schwaller, citato in un comunicato.
Confrontata con una tendenza di fondo (i volumi delle lettere e le operazioni allo sportello segnano un crollo, mentre il mercato dei pacchi è in pieno boom) l'impresa punta a cambiare. Obiettivo: finanziare anche in futuro il servizio universale e gli investimenti necessari con le proprie forze, frenando il calo di fatturato e avviando un'inversione di tendenza. «La Posta deve tornare a crescere come azienda», sottolinea Schwaller.
La nuova strategia entrerà in vigore il primo gennaio 2021 per il quadriennio sino a fine 2024, ma il suo orizzonte si estende per i prossimi dieci anni. Fa leva sui tradizionali punti di forza: «ci focalizziamo sulle competenze e sui mercati che dal nostro punto di vista generano i maggiori vantaggi», spiega il Direttore generale Roberto Cirillo.
Si punta a un «chiaro cambio di rotta nello sviluppo della rete», che viene aperta alle aziende di servizi e alle autorità: questi partner beneficiano della competenza della Posta nella fornitura di servizi e della possibilità di offrire ai propri clienti un contatto fisico anche nell'epoca digitale.
«Con questa apertura della sua rete, la Posta crea veri e propri centri di servizi per le regioni e un autentico valore aggiunto per la Svizzera», si dice convinto il gigante giallo. Le filiali gestite in proprio saranno circa 800, come stabilito nell'ultimo piano strategico. Per consentire al gruppo di sviluppare ulteriormente la propria rete e aprire anche a partner terzi sarà creata una nuova entità RetePostale SA, giuridicamente indipendente.
Nel settore logistico, la Posta vuole sviluppare nuovi servizi e offerte, potenziando in modo mirato il cosiddetto «ultimo miglio». Guardando all'enorme aumento degli invii legato all'emergenza coronavirus, si può immaginare come evolveranno i volumi in futuro: ecco quindi che lettere e pacchi finiranno in un'unica unità.
Un'altra esigenza emersa in modo più netto con la crisi della Covid-19 è la necessità di poter scambiare dati confidenziali attraverso un operatore svizzero degno di fiducia. La Posta ha una pluriennale esperienza nella trasmissione affidabile di informazioni sensibili e vuole in particolare sostenere le piccole e medie imprese nella trasformazione digitale e nello scambio di informazioni con i clienti.
Con acquisizioni e partnership nella logistica e nella comunicazione, la Posta mira a rafforzare e ampliare la propria offerta per garantire alla Svizzera un servizio pubblico al passo con i tempi. «Il nostro obiettivo è acquisire nuove competenze e registrare una crescita considerevole: per questo nei prossimi quattro anni investiremo oltre tre miliardi di franchi», precisa Cirillo. L'azienda sfrutta a tal fine la sua solida base finanziaria e intende generare fondi supplementari, vendendo per esempio una parte del suo portafoglio immobiliare considerato non rilevante per l'esercizio.
La trasformazione del gruppo portata avanti con la strategia «Posta di domani» richiede lo sviluppo di nuove competenze e mira a un aumento e non a una riduzione dell'organico, sottolinea l'impresa di proprietà della Confederazione. Grazie allo sfruttamento ottimizzato dell'infrastruttura saranno garantiti posti di lavoro in tutte le regioni. Le professioni postali diventeranno sempre più interessanti, si dicono convinti i vertici. In questo modo la Posta avrà meno difficoltà a compensare l'imminente ondata di pensionamenti dei prossimi anni con nuove assunzioni. «Ci consideriamo il motore di una Svizzera moderna», conclude Cirillo.