«I peggiori timori» legati al coronavirus «non si sono materializzati», ha sintetizzato Boris Zürcher
BERNA - L'aumento della disoccupazione registrato in dicembre è da ricondurre soprattutto a effetti stagionali, più che alle conseguenze del coronavirus.
Lo ha affermato Boris Zürcher, direttore della divisione lavoro presso la Segreteria di Stato dell'economia (Seco), commentando i dati diffusi stamani dal suo ufficio.
Di fronte al crollo congiunturale il mercato del lavoro elvetico ha mostrato una certa resilienza, ha sostenuto l'esperto in un una teleconferenza. «Un tasso di disoccupazione di solo il 3,1% per l'insieme del 2020 è da considerare positivamente, tenuto conto delle circostanze». In primavera le previsioni si avvicinavano a una quota del 4%. Nel 2019 era del 2,3%.
Il tasso medio fra i 15-24enni è salito di 1,0 punti al 3,2%. «I giovani sono stati particolarmente colpiti dalla crisi al suo inizio», ha osservato Zürcher. Per gli ultra 50enni il dato è per contro al 2,9% (+0,7 punti). Secondo lo specialista il tasso mensile, che in dicembre ha segnato 3,5%, potrebbe salire al 3,8% in gennaio, per poi riscendere progressivamente con l'avvicinarsi dell'estate.
«I peggiori timori non si sono materializzati», ha sintetizzato Zürcher. La pandemia non ha ancora scatenato un'ondata di licenziamenti in Svizzera. Grazie soprattutto allo strumento del lavoro a orario ridotto, il numero di persone occupate è sceso finora di soli 0,6 punti percentuali, una contrazione nettamente inferiore a quello della produzione economica.
In ottobre 219'000 persone erano ancora in regime di disoccupazione parziale e al culmine del periodo di confinamento la cifra era di oltre 1,3 milioni. Questo strumento ha permesso di stabilizzare il mercato ed evitare drastici tagli dell'organico delle aziende. Il lavoro ridotto è destinato ad aumentare ancora con la seconda ondata, ma l'alto funzionario confida che l'approccio in questione servirà ancora una volta a evitare il peggio.
Il numero di notifiche anticipate di licenziamenti di massa da parte delle imprese è diminuito in modo significativo: in dicembre sono pervenute otto notifiche per un totale di 414 posti di lavoro. Da marzo, 388 ditte hanno segnalato la riduzione di circa 15'300 impieghi. La notifica preventiva porta inizialmente le aziende a sedersi a un tavolo con le parti sociali e a cercare soluzioni, ha ricordato Zürcher.
L'impegno finanziario per le indennità di lavoro ridotto (ILR) è stato massiccio: finora sono stati versati complessivamente 9,2 miliardi di franchi. Nei momenti di maggior pressione, in maggio, sono stati erogati oltre 100 milioni al giorno. La parte del leone delle ILR è andata all'industria manifatturiera, che ha incassato 1,9 miliardi di franchi. Il comparto alberghi e i ristoranti ha inciso per 1,4 miliardi, il commercio per 1,3 miliardi, il segmento trasporti per 0,7 miliardi e la costruzione per 0,5 miliardi.
La Seco intende inoltre intensificare la sua lotta contro gli abusi, in particolare indagando su quasi 2500 casi sospetti, talvolta soggetti a sanzioni penali. Ma non sempre vi è stata malafede. «Molte aziende hanno richiesto per la prima volta la compensazione della ILR, cosa il che ha portato ad alcuni errori», ha spiegato Oliver Schärli, dirigente presso la Direzione del lavoro della Seco.